Marchionne si prende anche la Ferrari

Il manager canadese di origini abruzzesi, già ad della Fiat-Chrysler, sarà dal 13 ottobre il presidente del Cavallino. Al posto di Luca Cordero di Montezemolo

Marchionne si prende anche la Ferrari

FERRARI, SI CAMBIA: MARCHIONNE NUOVO PRESIDENTE. E pensare che, come ha ricordato anche lui, era stato nominato, nel 2003, consigliere di amministrazione della Fiat nello stesso giorno in cui anche il suo "rivale" Luca Cordero di Montezemolo aveva ricevuto la medesima investitura. Un anno dopo, "Luca Luca" era diventato presidente e lui, manager rampante all'epoca semisconosciuto, era stato invece eletto amministratore delegato. Stiamo parlando di Sergio Marchionne, che dal prossimo 13 ottobre sostituirà proprio Cordero di Montezemolo alla presidenza della Ferrari. Si chiude un'epoca, ma soprattutto, se ancora ce ne fosse bisogno, si certifica lo strapotere di questo canadese di origini abruzzesi che ormai ha sempre più in pugno il mercato mondiale dei motori.

IL RAPPORTO TRA MONTEZEMOLO E LA FERRARI. La storia tra il manager eclettico e multitask, capace di sedere in una moltitudine di cda contemporaneamente, e la più prestigiosa delle scuderie automobilistiche comincia piu' di 40 anni fa: Luca Cordero di Montezemolo, appena 23enne, mise infatti piede per la prima volta in Ferrari nel 1970. C'era ancora il Drake, cioè il mitico Enzo Ferrari, che lo prese come assistente e lo fece direttore corse. Tempi d'oro per il giovane e brillante manager, di casa a casa Agnelli. Il giovane porto' a casa tre titoli costruttori (1975-76-77) e due mondiali piloti con Niki Lauda (1975 e 1977). Poi Montezemolo ando' via per seguire altri mille impegni manageriali (fra gli altri i Mondiali di calcio e la guida della Confindustria) e in Ferrari e' tornato nel 1991 da Presidente. Nel 2000, dopo un digiuno ventennale, il manager festeggia il ritorno del titolo mondiale a Maranello con Schumacher. Comincia il periodo delle meraviglie: la Rossa, nelle mani del tedesco, vince a ripetizione, e dal 2001 al 2004 domina incontrastata. Stagione straordinaria, resa possibile dal genio di Schumacher e dalla sapienza tecnica di Jean Todt. Nel 2007 l'ultima doppietta (titolo piloti e costruttori) con Kimi Raikkonen. Nel 2008 l'ultima vittoria, il titolo costruttori. Dal 2008 cala il buio, e le vittorie cessano. Gli uomini nel frattempo sono cambiati. Schumacher non c'e' piu', via anche lo stratega Ross Brawn, e pure Todt. Una squadra di vincenti mai piu' ritrovata. Gli avversari intanto si rafforzano. Montezemolo corre ai ripari, ingaggia Fernando Alonso, due volte mondiale con la Benetton di Briatore, richiama Raikkonen. Ma la musica resta triste. Sconfitte e delusioni, malumori, clima teso. Macchina poco competitiva. Amarezze, solo in parte attenuate dallo straordinario apprezzamento del brand a livello mondiale, testimoniato da vendite record delle auto di Maranello. Il disastro di Monza è stato l'ultimo atto di Montezemolo in Ferrari. Ma nessuno ha vinto come lui. Ora, però, si cambia: fuori Luca, dentro Sergio.

I Montezemoli