Le metamorfosi di Monti

Il decreto contenente le liberalizzazioni per la crescita del benessere nel Belpaese piace solo ai soliti "lobbisti"

Le metamorfosi di Monti

LE MUTAZIONI GENETICHE DI MONTI - Non  meritano la maiuscola le liberalizzazioni del decreto “Cresci Italia”.  Nessuna scelta epocale, nessun cambio di direzione storica, nessuna rimozione “degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” così come sancito dalla Costituzione. Le timide scelte del Governo non ci convincono, i provvedimenti varati non produrranno nessun particolare beneficio nei consumatori e nelle famiglie italiane. Altro che costo dei taxi ridotti, oggi molti abitanti della nostra penisola non possono neanche più permettersi di pagare il costo di una singola corsa. Alcune scelte, come quella delle Società agevolate per i giovani, se supereranno il vaglio del parlamento, ci libereranno, forse si, da qualche “tassa occulta”, ma sicuramente non impediranno ai poteri occulti esistenti nel nostro paese di continuare a proliferare.  Non è vero come affermato dal Presidente del Consiglio, infatti, che “ogni categoria è stata chiamata a uno sforzo di riforma”.

CONCORRENZA NO, CARTELLO Sì - Ove non v’è reale concorrenza di mercato, ma intese di cartello, non si può pensare realisticamente che obbligare l’agente assicurativo a presentare al proprio cliente tre offerte di diverse compagnie abbassi il costo delle polizze assicurative. Nè si può pensare seriamente che obbligare le banche a presentare al cliente, che vuole contrarre un mutuo, varie alternative di polizze sulla vita produca benefici effetti economici e abbatta i costi di un operazione di quella natura. Concedere, poi, ai distributori di benzina di approvvigionarsi da qualsiasi rivenditore o produttore, non credo comporterà un vantaggio per l’automobilista italiano, né chiaramente un abbassamento significativo del prezzo del carburante.

SALVI PETROLIERI, BANCHE, ASSICURAZIONI E FARMACIE - L’atteso Decreto non impedisce alle vere Lobbies delle Assicurazioni, delle Banche ed ai petrolieri il continuo crearsi guadagni in monopolio, non vi sono al suo interno norme tese ad ostacolarne l’accordarsi per stabilire prezzi e tariffe che impediscono una reale scelta al ribasso del cittadino. Rispetto alle scelte normative, poi,  in materia di farmacie, commercio, ordini professionali, in questi casi francamente, non si può neanche parlare di liberalizzazioni, ma semplicemente di aumento del numero degli operatori, senza alcuna reale deregolamentazione  volta a favorire una sana concorrenza tra operatori economici o professionisti.

NESSUNA LIBERTA, PAGANO I CITTADINI  - Uno studioso di economia come Monti, che si è sempre occupato di libertà di mercato, questo lo sa. Il politico Monti, però, ha dovuto piegare la sua coscienza di economista puro. Ha adattato la sua fede liberista alle circostanze politiche. Lo spunto di riflessione più interessante di questa manovra è proprio questo: il passaggio del Professore da semplice  “tecnico”, chiamato in soccorso di una classe politica di comandanti Schettino, a uomo politico. Nella conferenza stampa seguita alla prima manovra, tutta lacrime e tasse, questa alterazione genetica non c’era ancora stata. L’economista Monti, con il piglio del navigato professore universitario, ci spiegava come il sistema politico e economico italiano non funzionava e come, invece, avrebbe dovuto funzionare. L’altro ieri, in conferenza stampa, invece, l’atteggiamento è mutato, il Senatore Monti  si è costruito una finzione scenica da dove, inseguendo le emozioni del momento, ha pronunciato frasi ad effetto tipiche del politico: “abbiamo liberato gli italiani dalle tasse occulte” .

MONTI? UN COLPO DI STATO - Il “ragazzo” evidentemente deve averci  preso gusto. Deve avere intuito che la politica è abbastanza semplice quando non v’è necessità di rispondere ai propri concittadini delle scelte fatte. Soprattutto la politica deve apparirgli molto facile con un parlamento imbalsamato e docile come questo. Sarà proprio divertente cercare di capire la reazione di una classe politica italiana balbettante e sfuggevole, la quale aveva ed ha ancora vitale bisogno di un governo “tecnico” disponibile a scelte scomode ed impopolari, ma che ora vede scricchiolare il meccanismo costruito a tavolino per arrivare alle elezioni del 2013 senza dover dar conto ai cittadini. Il giochetto costruito da Bersani, Casini e Alfano potrebbe ritorcersi contro loro stessi producendo effetti impensabili. Nonostante alcune scelte drammatiche e sebbene focalai di  protesta popolare siano accesi in varie regioni, il premier designato dal Presidente Napolitano gode, infatti, di  largo consenso. I governi che non si fondano su alcun voto popolare, spesso mettono radici stabili, forse potrebbe essere questa la lezione che saranno costretti ad imparare a loro spese i tre segretari del PD, UDC e PDL.

Francesco Mimola