“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
RISCOPRIRE IL VALORE IDENTITARIO PER SALVARE IL FIUME PESCARA. La gravissima situazione dell'inquinamento nel fiume Pescara è estremamente preoccupante. E se il fiume è fortemente inquinato naturalmente anche il mare è tale e la prossima stagione balneare sembra essere compromessa. Per le associazioni ecologiste Pro Natura Abruzzo e Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus la situazione è certamente molto grave, ma una corretta ed intelligente gestione del territorio del territorio può iniziare a trovare soluzioni. Fino ad ora il Fiume Pescara è stato lasciato al suo triste destino: tante proposte che si sono perse poi nelle chiacchiere, nell'indignazione dei cittadini e degli ambientalisti, nelle polemiche sui giornali e in tv, senza però giungere ad una soluzione concreta.
Il fiume Pescara è da sempre il "Fiume della Memoria" che ha scandito le vicende di tutti i comuni limitrofi, luogo di storie, leggende, paesaggi culturali di grande valore. Oggi l'inquinamento delle acque e poi la devastazione delle sue sponde con cementificazione selvaggia, scarichi abusivi, discariche e distruzione dei boschi ripariali hanno completamente rovinato l'immagine del fiume storico tanto amato da Gabriele D'Annunzio . La principale causa di morte del grande fiume d'Abruzzo è prima di tutto la perdita di memoria storica: nessuno più si identifica col fiume Pescara e la sua storia millenaria.
Le associazioni portano come esempio uno dei più grandi e famosi fiumi d'Europa, il Tamigi, che per oltre 150 anni è stato definito "fiume biologicamente morto" con un inquinamento talmente alto da essere pericoloso anche per gli stessi abitanti di Londra. Il Tamigi è venti volte più grande del fiume Pescara ma da secoli è il simbolo di Londra e della Gran Bretagna ed è stato oggetto di un imponente progetto di risanamento ambientale che è durato molti anni fino al 2011. Il Tamigi è stato risanato perchè si è tornati a rivederlo come un simbolo della storia britannica, il fiume del regno, il fiume della tradizione londinese.
L'esempio del grande fiume londinese ha fatto storia ed è tornato a essere un ecosistema con 125 specie di pesci e 38 di uccelli acquatici, come cormorani, aironi, oche canadesi e cigni. A Londra c'è stata prima di tutto una volontà popolare assieme alla partecipazione di validi esperti di fiumi, migliaia di volontari, associazioni ecologiste in totale e sinergia oltre al supporto costante di una politica illuminata che ha mosso anche sponsor privati e aziende nel progetto di risanamento fluviale.
Spiega la dott.ssa Piera Lisa Di Felice, ittiologa e biologa esperta di fiumi: "Negli ultimi decenni, la gestione degli ambiti fluviali nel nostro paese è stata improntata in massima parte ad una visione ingegneristica secondo la quale i fiumi devono essere considerati come canali il cui scopo unico è quello di portare il più velocemente possibile le acque al mare. E’ così avvenuto che, con il pretesto di far defluire piene con elevati tempi di ritorno, la struttura morfologica dei corsi d’acqua è stata spesso alterata e, con essa, gran parte del loro sistema biologico, compromettendo i delicati equilibri dell’ecosistema fiume. L’uomo con la sua azione ha profondamente alterato il volto dei corsi d’acqua. Pertanto l' inquinamento, il dissesto idrogeologico non solo altro che il frutto della cattiva gestione dei fiumi. D'altro canto bisogna considerare che un ecosistema fluviale “sano” ha un'altissima resilienza: a mero titolo esemplificativa capacità autodepurativa delle acque, azione di fascia tampone, di stabilizzazione del suolo e di ombreggiamento dei boschi igrofili che crescono sulle sue sponde. Per questo è necessario cambiare in maniera radicale l'approccio alla gestione dei fiumi, vere arterie pulsanti dei nostri territori. Perchè risanando i fiumi, ricreando gli adeguati ecosistemi tuteliamo la nostra salute e la nostra incolumità”.
Pertanto, secondo le associazioni ecologiste, il Fiume Pescara può essere risanato solo se sarà riscoperto il forte valore identitario che lega le popolazioni al fiume: dalla conoscenza nasce l'amore ed il rispetto. La strada sicuramente è lunga: ma assolutamente percorribile.
Redazione Independent