“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
L'Accademia Italiana della Cucina a Bussi sul Tirino
Conviviale per riscoprire una vecchia ricetta: la cucina di pesci d’acqua dolce e la ricotta di gamberi
Sabato 21 giugno il delegato dell’Accademia Italiana della Cucina Pescara Aternum, Giuseppe di Giovacchino, con molti accademici e tanti ospiti, si è ritrovato presso il ristorante Il Buongustaio, a Bussi sul Tirino, per riscoprire una vecchia ricetta che nel 2004 la delegazione di Pescara scoprì e registrò come ricetta del territorio. Di Giovacchino, accogliendo i numerosi sopiti presenti li ha salutati parlando dell’oggetto della conviviale:
“Anche oggi ci riuniamo per degustare prodotti tipici di un territorio identitario per l’Abruzzo, che racconta la sua storia e le sue tradizioni secolari. Qui a Bussi sul Tirino è stata definita e consacrata in data 26 marzo 2004, presso il Notaio Simonetta De Berardinis, la migliore ricetta per la preparazione dell’antica salsa, ovvero la ricotta di gamberi di fiume, grazie alle ricerche effettuate proprio dal nostro Giuseppe De Dominicis accademico e delegato pro tempore. La ricetta fu presentata proprio al ristorante “Il Buongustaio”, ormai custode della memoria storica della cucina povera del territorio fluviale del Tirino, dove ritroveremo la proposta di un’espressione della tradizione casalinga senza grandi pretese, ma proprio per questo interessante dal nostro punto di vista accademico. Nostra precisa intenzione è quella di mettere al centro della riflessione accademica i prodotti che rappresentano l’identità stessa di ogni parte d’Abruzzo a tavola, esaminando i profondi legami culturali e identitari che hanno sviluppato nei secoli in ogni zona della nostra Regione, così ricca di sapori e profumi. Con tale iniziativa, la nostra Delegazione intende contribuire a valorizzare la tipicità dell’intero territorio pescarese, litorale ed aree interne, stimolando la conoscenza delle naturali, genuine disponibilità dell’offerta e del suo insieme storico-sociale-culturale-enogastronomico, Contenitore antico ma sempre valido e, probabilmente, mai disvelato pienamente. Dunque, stimolare, in particolare le fasce giovanili, alla riscoperta della terra natia, della località ove si abita, si vive e dove si può favorire l’impiego e l’investimento delle competenze formative e lavorative maturate, evidenziando che è ancora possibile valorizzare ed incrementare, incentivando nel contempo i livelli occupazionali, senza omettere di riservare attenzione alle dinamiche evolutive. Aspetto importante in questo periodo di congiuntura economica che richiede un continuo raffronto a livello qualitativo globale”.
La descrizione e illustrazione del menu è stata fatta dai simposiarchi Gerardo Rasetti e Claudio Ciamarone che ne hanno curato la composizione con pietanze coerenti al tema della conviviale e nella tradizione del ristorante, che da anni prepara e mantiene la tradizione storica del territorio di ricette a base di pesce di acqua dolce.
Il menu proposto è stato composto da piatti semplici, ispirati ad antiche ricette anche non scritte, ricche di sapori veri e concreti, fondate su esempi e praticità. Gerardo Rasetta, accademico della delegazione Pescara Aternum sin dall’origine della istituzione pescarese, ha raccontato di come, da ragazzo andava insieme a suo fratello a prendere i gamberi che usavano come esca per le trote. I gamberi erano tanti e si potevano prendere con le mani. Nel 2004 Pino De Dominicis e Luciana D’Aprile riscoprirono l’antica ricetta Ricotta di Gamberi che è parte di un patrimonio culturale gastronomico della Valle del Tirino ed è originale tipica di Bussi.
Rasetta ha poi ricordato il giorno in cui con gli altri Accademici, presso il ristorante I Buongustaio, firmarono il menu che conteneva la ricetta registrata dalla Delegazione Pescara Aternum. Nel ricordo dell’evento del 2004, ricordato da Rasetta, è stato poi organizzato il convivio del 21 giugno per condividere con gli attuali accademici e i loro ospiti.
“Se cercate nel Web – ha concluso Rasetta – non troverete nessuna informazione sulla ricetta di gamberi perché si cucina solo qui a Bussi. Compito dell’Accademia è di tramandare, insegnare e invitare i giovani a cercare di espandere questa cultura che purtroppo si sta perdendo”.
La parola è poi passata a Claudio Ciamarone che ha illustrato il ricco menu composto con piatti a base di pesci d’acqua dolce.
Relatore dell’incontro il giornalista professionista Ennio Bellucci che ha maturato una straordinaria attività pluriennale nel settore dell’informazione e della promozione dei valori etici in campo culturale, Bellucci già 15 anni fa è stato l’ideatore del Premio Pratola nonché autore di diverse pubblicazioni sui luoghi sacri e le bellezze monumentali dell’Abruzzo e una rubrica settimanale "I Luoghi dello Spirito" trasmessa su Rai Tre
Il Giornalista Bellucci ha cominciato la sua comunicazione con una citazione di marco Tullio: Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dei loro discorsi.
Quindi, con un interessante excursus ha portato i presenti con una dotta narrazione, attraverso il territorio dove sono presenti monumenti storici che raccontano la storia dei popoli che li hanno abitati e vissuti fino all’ingegnere di Popoli Corradino D’Ascanio, inventore della Vespa e dell’elicottero e ai numerosi cantieri che hanno, di fatto, occupato il territorio portando economia, ma anche degradazione dei luoghi.
Vincenzo d’Antuono, vice delegato e cultore dell’accademia, oltre alla presentazione del giornalista Bellucci, ha poi presentato l’altro importante ospite S.E Monsignore Michele Fusco Vescovo di Sulmona Valva. Il Vescovo ha salutato i presenti ringraziandoli per l’invito e congratulandosi con gli organizzatori per l’interessante oggetto della conviviale.
Lo studio e il ricordo del territorio sono importanti e devono essere sempre alla base di ogni incontro che per gli accademici devono essere riferito ai principi ispiratori dell’Accademia stessa nata nel 1953 da un’intuizione di Orio Vergani, che comprese l’importanza e la necessità di ricordare e studiare il territorio attraverso la cucina tradizionale.
La conviviale si è conclusa con il significativo riconoscimento allo Chef Mario D’Ortenzio, con la sua brigata di cucina e al direttore di sala Tiziano D’Ortenzio, con il personale che hanno saputo, con la loro professionalità e competenza, accogliere i numerosi ospiti offrendo pietanze tradizionali e facendo ricordare un evento del 2004 che ha portato una ricetta tradizionale del luogo ad essere ricordata e tramandata nel tempo.