L'Abuzzo è un'isola felice?

Dossier sulla criminalità - Infiltrazioni mafiose, 'ndrangheta, usura, spaccio, reati ambientali ed omicidi

L'ABRUZZO E' UN'ISOLA FELICE? - L'associazione Codici e Adiconsum hanno presentato questa mattina a Pescara l'Ossrvatorio sulla criminalità nella Regione Abruzzo", realizato con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Regione Abruzzo. Si Tratta di un dossier preparato sulla base di documentazione giudiziaria ed undicimila articoli di stampa. Il focus rigarda l'analisi degli episodi di criminalità avvenuti in Abruzzo negli anni 2012, 2011, 2012. «L'Abruzzo nel passato era considerato come una specie di isola felice - ha spiegato in in conferenza stampa Domenico Pettinari di Co.Di.Ci - ossia una regione priva di infiltrazioni masiose. Spesso, infatti, anche le stesse istituzioni si mostravano restier a voler parlare di criminalità organizzata nel territorio. Oggi, invece, - ha aggiunto il responsabile di Co.Di.Ci - appare evidente la non esistenza di un'organizzazione che l'egemonia sulle varie attività criminali svolte nel territorio, come avviene per altre regioni d'Italia, vedasi la Campania dove regna la camorra o la Calabria dove troviamo la 'ndrangheta, ma al contrario ci si presenta con un tessuto penetrato da diverse organizzazioni criminali, sia del sud Italia che estere, esse nel corso degli anni sono riuscite ad affermarsi in zone ben definite del territorio dove realizzano attività illecite, spesso istaurando un equilibrio di convivenza, altre volte in conflitto fra loro per affermare la propria egemonia. Affianco a queste organizzazioni troviamo la criminalità organizzata locale». Parole dure che però, francamente, non sorprendono più di tanto.

USURA E RACKET- I fenomeni criminali tipici dell'Abruzzo sono l'usura ed il racket. «L'usura - ha spiegato Pettinari - è un fenomeno completamente sommerso perchè spesso le vittime non denunciano i loro strozzini». Ed è proprio tra questi ultimi che troviamo delle sorprese: oltre ai rom, che da sempre hanno svolto questo tipo di attività, troviamo anche degli insospettabili imprenditori che affiancano, alla loro attività tipica, quella del prestito del denaro a strozzo. Nel dossier si evince che il 40% dei casi analizzati vede il coinvolgimento di insospettabili.

PROSTITUZIONE - Il fenomeno della prostituzione in Abruzzo è rappresentato soprattutto da ragazze dell'Est Europa oppure dalle africane (Nigeria), anche se troviamo casi che vedono coinvolte ragazze dei paesi asiatici e sud americani. «Le organizzazioni criminali di quei paesi - ha spiegato Adiconsum - non solo hanno compreso questo, organizzando traffici di esseri umani, in collaborazione con le mafie locali. Ma, addirittura, stanno cominciando ad organizzarsi da soli, come dimostrato da diverse operazioni di polizia, per controllare il territorio». Infatti, nell'ultimo periodo, si sono registrati scontri feroci fra bande di criminali per evitare di lasciarsi sfuggire questo business redditizio. Il restante 50% dei reati legati alla prostituzione, invece, riguarda la criminalità locale che grazie al collegamento con le organizzazioni estere, riesce ad assicurarsi rifornimenti costanti di ragazze da inserire nei locali notturni o night. 

REATI AMBIENTALI - I reati ambientali destano sempre più preoccupazione in Abruzzo. Spesso, infatti, capita di incappare in episodi che vedono coinvolte le amministrazioni pubbliche e la politica con il mondo dell'imprenditoria in gestioni illecite dei rifiuti. Stiamo parlando di smaltimento di rifiuti in discariche non autorizzate o con permessi fittizi, aperture di discariche in zone non idonee ed omessi controlli da parte delle amministrazioni: che da un lato contribuiscono ad avvelenare il territorio e dall'altro fungono da calamita per le mafie straniere. La "monnezza" - si sà! - vale oro!

NARCOTRAFFICO - Il traffico di stupefacenti forse rappresenta in Abruzzo l'attività più problematica. Nel corso degli anni 2010, 2011, 2012 sono stati sequestrati 251 chili di hashish, 60 chili di eroina, 65 chili di cocaina e 190 chili di marijuana. Un dato importante che emerge dela "report sulla criminalità" è che le organizzazioni mafiose ('Ndrangheta, Sacra Corona Unita e Camorra) non solo sono riuscite a gestire il traffico di stupefacenti in Abruzzo, ma anche ad infiltrarsi sul territorio con il proprio personale. Addirittura, in alcuni casi, si è potuto constatare che la 'Ndrangheta aveva scelto l'Abruzzo come luogo per impiantare proprie raffinerie ovvero utilizzarlo come deposito per la droga proveniente dalla Colombia, Sud America, Olanda o Albania.

Marco Beef