Ghiaccio Renzi-Bersani

Il segretario Pd voleva smacchiare il "giaguaro" ora lo incontra? Renzi supera Grillo nei sondaggi

Ghiaccio Renzi-Bersani

LA FREDDEZZA TRA RENZI E BERSANI FINISCE IN GELO. Nel panorama politico, già estremamente confuso, a complicare ulteriormente i rapporti politici, si inserisce prepotentemente il sindaco
di Firenze Matteo Renzi che ha accusato Bersani «di perdere tempo» nel tentativo fallito di formare un governo di minoranza. recentemente si sono accentuate le sue iniziative politiche il cui obiettivo, più o meno dichiarato, è quello di sostituire Bersani a candidato premier alle prossime possibili elezioni politiche. Si può essere o non essere d'accordo con la sua linea politica, ma sicuramente gli va dato atto che è un gran comunicatore, forse l'unico nel Pd, in grado di parlare allo stesso elettorato del Cavaliere ed anche a quel pubblico giovane solitamente refrattario alla politica. Lo ha dimostrato chiaramente il 6 aprile scorso quando si è presentato da Maria De Filippi, con giubbotto in pelle nera
e jeans attillati.

IL 56% DEGLI GLI ITALIANI PREFERISCE RENZI A GRILLO, BERSANI E BERLUSCONI. Tant'è che il recente sondaggio effettuato da Swg, considera il sindaco di Firenze il leader di gran lunga preferito dagli italiani con il 56% delle preferenze distanziando Grillo, fermo al 30%, Bersani, al 29% e lo stesso Berlusconi, al 27%. Il signore di Arcore a parole lo stima molto, ma sa bene che in un eventuale confronto elettorale non avrebbe chances contro un avversario giovane, intelligente, dotato di un eloquio semplice e diretto. La speranza, non confessata, del Caimano è che Renzi porti il Pd ad una spaccatura in modo da poter tornare a vincere agevolmente nella prossima tornata elettorale.

L'INTERVISTA AL CORRIERE. Intervistato dal Corriere della Sera il 4 aprile scorso, senza peli sulla lingua ha preso le distanze da Bersani «che si è fatto umiliare dagli arroganti del M5S». Quando Cazzullo gli ha chiesto cosa dovrebbe fare il Pd, Renzi, cogliendo una contraddizione di Bersani, rispose: «Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito;oppure Berlusconi è un interlocutore perché ha preso 10 milioni di voti». Parlando poi dei suoi rapporti con Berlusconi, ancora una volta si è smarcato dalla sinistra dichiarando: «Io non voglio Berlusconi in galera. Voglio Berlusconi in pensione».

I DEPUTATI RENZIANI PRESENTANO UN D.D.L. PER ABOLIRE I RIMBORSI ELETTORALI AI PARTITI. La frattura che si è aperta nel Pd è arrivata al livello di guardia dopo che i parlamentari renziani, hanno presentato un disegno di legge per sopprimere il rimborso elettorale ai partiti. «Perché rappresenta una forma impropria di finanziamento pubblico alla politica», è quanto hanno sostenuto dieci senatori del Pd vicini alle posizioni di Renzi in un comunicato, precisando che la legge attuale eroga contributi in base ai voti e non in base alle spese sostenute. Con questa iniziativa i seguaci del sindaco fiorentino, si pongono in concorrenza con il M5S, da sempre contrario al finanziamento pubblico dei partiti, e contemporaneamente mettono in difficoltà seria il Pd che allo stato attuale non può fare a meno del sostegno statale per finanziare l'attività politica, i  numerosi funzionari di partito, le spese di gestione delle sedi, ecc. In sostanza tutto l'apparato burocratico del Pd si regge con il contributo dei cittadini, eliminando il quale, tutta la struttura del Pd sarebbe destinata ad una crisi irreversibile.

IL PUNTO DEBOLE DEL ROTTAMATORE: LE FONTI DI FINANZIAMENTO. Renzi, sulla scia di Barak Obama, raccoglie i finanziamenti attraverso la sua fondazione il "Big Bang" i cui introiti ora sono in rete. Molti dei 814.000 euro che ha raccolto provengono da affaristi, manager e avvocati: si tratta di nomi noti, talvolta discussi, talvolta al centro di inchieste della magistratura che hanno versato spesso somme di 100 mila euro. Tra i finanziatori si leggono nomi noti come quello di Paolo Fresco l'ex presidente della Fiat fino al 2002 che con la moglie ha donato 50.000 euro alla fondazione.

BERSANI PRIMA VOLEVA SMACCHIARE IL GIAGUARO OGGI VUOLE INCONTRARLO. Bersani, ha dovuto in qualche modo fronteggiare l'attacco renziano sferrato dopo il fallimentare tentativo di formare un governo minoritario. Berlusconi, che fino all'altro ieri considerava inaffidabile, ora è diventato un interlocutore ed è disposto addirittura ad incontrarlo «nelle sedi istituzionali», ma «non ad Arcore o a Palazzo Grazioli». Evidentemente ci teneva a precisare che lui, a differenza di Renzi, non va ad omaggiare il Cavaliere a casa sua. Probabilmente però il dialogo tra i due sarà un dialogo tra sordi in quanto per il Cavaliere, è prioritario ottenere un salvacondotto che non gli faccia piombare sul capo le sentenze in dirittura d'arrivo da parte della magistratura.

I NODI POLITICI DA SCOGLIERE NEL PD. Sono lontani i tempi di quando Renzi sfidava Bersani con lo slogan della "rottamazione", che pure fece cadere qualche testa come quella di D'Alema. Oggi
non è più un conflitto generazionale che separa i due leader del Pd: ora il conflitto verte sui temi squisitamente politici come quello accennato del finanziamento ai partiti. Un altro nodo da sciogliere è che tipo di rapporto stabilire con le altre forze politiche (Sel, M5S, Pdl, Lega, Impegno Civile) per dar vita al prossimo governo del paese. Ed infine, last but nor least , scegliere il nominativo del prossimo Presidente della Repubblica. Bersani e Renzi nei prossimi giorni dovranno affrontare ancora
queste tematiche sperando che le divisioni non siano così insanabili da causare una scissione che fino ad oggi Renzi non vuole e che farebbe andare in brodo di giuggiole l'eterno Berlusconi.

Clemente Manzo