Garanzia Giovani, otto milioni di risorse deludentissime per l'editoria

Da uno screening con l'ufficio delle Politiche Sociali forse nemmeno dieci aziende hanno preso tirocinanti. E con Welfare to work non è che vada meglio: serve una misura ad hoc

Garanzia Giovani, otto milioni di risorse deludentissime per l'editoria

DELUDE LA GARANZIA GIOVANI PER L'EDITORIA. Il settore dell'editoria abruzzese sta vivendo una crisi conclamata, profondissima, che necessita di interventi specifici. Le ragioni di questa situazione sono presto dette: le aziende risparmiano sugli investimenti in pubblicità perchè non hanno denaro per andare avanti, sostenere la tassazione spaventosa e quindi, forse anche erroneamente, tagliano negli investimenti pubblicitari. Una prova di quanto sostenuto arriva anche dall'analisi di Garanzia Giovani, una delle recenti misure introdotte anche dall'Abruzzo per favorire l'accesso del giovani al mondo del lavoro. Da un'analisi col settore delle Politiche Sociali della Regione Abruzzo si scopre, per esempio, che su un montante di risorse pari a otto milioni di euro sono state soltanto dieci le aziende che operano nel campo dell'editoria ad ospitare un tirocinante, di età compresa tra i 15-29 anni, per un periodo di sei mesi e retribuito col contributo dell'Europa.

WELFARE TO WORK PER LE ASSUNZIONI OVER 30. Forse ancora più grevi saranno i risultati, sempre con riferimento all'editoria abruzzese, di "Welfare To Work": cioè degli incentivi per assunzioni a tempo determinato ed indenterminato, fino a 5mila euro. Insomma, la situazione desta preoccupazione anche alla luce della recente chiusura della redazione de Il Messaggero nel capoluogo d'Abruzzo, che segue a quella del quotidiano Il Tempo. L'unico spazio che tiene e, addirittura, sembra essere in controtendenza è quello dell'online, ma una normativa antica (specie in materia di pubblicità legale) e scarsa conoscenza del mondo della rete da parte delle istituzioni rischiano di spegnere anche alcune belle realtà, che autoimpiegano e danno lavoro.

A QUANDO LA LEGGE REGIONALE? La problematica è nota alle istituzioni abruzzesi che da tempo conoscono la crisi di settore e promettono interventi su misura. Nella Conferenza Regionale sull'Informazione, tenutasi all'Università di Pescara lo scorso mese di marzo il presidente dell'ordine dei gionalisti Stefano Pallotta aveva sollecitato e ribadito al presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio di fare in fretta nell'adozione di un testo di legge (come è avvenuto in Toscana, e come sta decidendo il Lazio ed il Veneto). Da allora è trascorso del tempo e chissà che finalmente si giunga ad una svolta di democrazia: perchè l'informazione forte e libera è un caposaldo sul quale tutti, almeno a parole, si dicono d'accordo.

Redazione Independent