Cosa si può e cosa non si può confiscare

Strategie e soluzioni per evitare il pignoramento dei beni ed eventuali rimedi per limitarne i danni

Cosa si può e cosa non si può confiscare

Cosa può essere confiscato dalla finanza italiana. La legge italiana consente l’esecuzione forzata e il pignoramento di beni per tutti quei contesti in cui un soggetto debitore non è in grado o non si mostra  disposto ad estinguere il proprio debito verso un soggetto creditore.

 

Esistono però delle differenze importanti da dover individuare per la confisca di beni mobili ed immobili. Durante la fase di valutazione e regolazione del debito vengono presi in esame il diritto di proprietà, i diritti di godimento su beni immobili e, chiaramente, anche tutte quelle che possono essere le conseguenze della confisca sul soggetto debitore. Lo Stato italiano, infatti, pone in primo piano i diritti dell’individuo.

 

Proprio per questo motivo esistono dei bei che posso essere espropriati e dei beni che non possono essere espropriati. Questo discorso pone al centro dell’attenzione beni come la casa, il cibo, gli elettrodomestici, i beni di culto e affettivi. Andiamo a vedere tutto nel dettaglio.

 

Il pignoramento della casa: quando avviene e quando no

Per quanto riguarda il discorso relativo alla casa c’è da fare un distinguo importante tra i vari casi e contesti: esistono dei limiti molto specifici all’intero della quale la pignoramento è possibile e altri in cui invece risulta impossibile.

La casa per non essere pignorata deve essere la vera residenza del soggetto debitore e deve essere l’unico immobile in suo possesso. La cosa sembrerebbe molto facile se finisse qui, in realtà la situazione si fa molto più complessa: deve risultare un immobile appartenente alle categorie A/1, A/8 e A/9, ovvero u casa non di lusso riconosciuta dal catasto. Se anche una di queste condizioni non dovesse essere soddisfatta, è probabile la confisca. La probabilità si fa ancora più alta nei casi in cui:

Il debitore debba restituire più di 120.000 euro.
Il valore stimato dell’immobile sia superiore ai 120.000 euro.
La residenza sia ipotecata da 6 mesi.

Il pignoramento di stipendio e pensione: quando avviene e in che modalità

Il pignoramento di stipendi e pensioni è una pratica molto più semplice per il fisco. La legge prevede di poter pignorare le pensioni fino ad un minimo vitale, limite calcolato sottraendo alla quota della pensione l’importo corrispondente ad una volta e mezzo l’assegno sociale.

Discorso leggermente diverso per quanto riguarda gli stipendi. Questi sono trattati in percentuale: il debitore può rinunciare fino ad un limite massimo del 20% del salario totale.

 

Tuttavia, bisogna precisare che esistono delle quote molto specifiche per fasce di salario sia per pensioni che per stipendi. La percentuale pignorabile va ad aumentare con l’aumento di stipendio. In particolare:

Per gli stipendi e le pensioni inferiori ai 2.500€ la quota detraibile è di 1/10 del totale.
Per stipendi e pensioni compresi tra i 2.500€ e i 5.000€ la pignorabilità sale fino ad 1/7 del totale.
Per gli stipendi e le pensioni che vanno dai 5.000€ in su la cifra che può essere pignorata corrisponde invece ad 1/5 della somma totale.

 

Quali sono i beni non confiscabili

Passando poi ai beni non confiscabili, ci sono una lista nutrita di proprietà che non possono essere toccate dal fisco. Si tratta di tutti quei casi in cui il bene sia considerato indispensabile o di valore affettivo o di valore religioso. Scendendo nel dettaglio possiamo stilare delle categorie di beni che solitamente non vengono pignorati:

Gli assegni familiari.
Gli aiuti statali per persone indigenti, per maternità e malattia.
Gli alimenti a seguito di separazione.
Vestiti e indumenti.
Animali.
Elettrodomestici di grandi dimensioni.
Anelli nuziali e altri amuleti riconducibili a pratiche religiose e affettive.
Cibo e prodotti fondamentali per poter vivere per almeno il mese successivo al pignoramento.
Mobili di grandi dimensioni come letti, armadi e tavoli

 

 

Strategie e soluzioni per evitare l’espropriazione dei propri beni

Ora che è stata chiarita la situazione relativa al pignoramento dei propri beni, siamo giunti al punto di indicare quali sono i migliori stratagemmi per evitare di perdere buona parte dei propri risparmi e limitare i danni.

 

Come primo consiglio, nel caso in cui si rischi di cadere in indigenza, è bene sapere che si possono richiedere degli Ammortizzatori Sociali e il Reddito di Cittadinanza per fare fronte ai casi più duri di pignoramento. Si tratta di sussidi che permettono di mantenersi e reinserirsi lavorativamente.

 

Se invece la situazione richiede di proteggere ingenti somme di denaro, una delle pratiche più apprezzate è quella di affidarsi a servizi che permettono di aprire online un conto corrente anonimo estero in Lussemburgo. Uno dei casi più famosi è quello di Rewel Club, servizio che permette di entrare in contatto con degli specialisti del settore e aprire il proprio conto impignorabile in Lussemburgo in modo semplice e sicuro.

 

Affidandosi a queste soluzioni si può aprire un conto non tracciato nei registri delle autorità italiane e non pignorabile. Il denaro viene conservato in banche di primissima classe in termini di privacy, sicurezza e affidabilità. Aumentano ogni giorno i casi di aziende che decidono di affiliarsi a servizi di questo tipo per poter trovare la migliore soluzione per le proprie finanze.