“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Bussi dice ‘no’ alla vendita dell’acqua alla Puglia
Il consiglio comunale ha ufficializzato la decisione. Soddisfatto Sospiri: “L’acqua abruzzese resta all’Abruzzo”
“Anche il Comune di Bussi sul Tirino ha ufficialmente negato la vendita dell’acqua dei propri pozzi alla Puglia, una presa di posizione ufficiale perfettamente in linea con quanto già dichiarato dalla Regione Abruzzo e dall’Ersi che lo scorso 12 settembre aveva già espresso il proprio diniego all’acquedotto pugliese e alla richiesta di autorizzazione per svolgere le analisi delle acque dei pozzi di Bussi. Non consentiremo di cedere la nostra risorsa idrica in un periodo di grave emergenza che sta imponendo a tutti i nostri corregionali grandi sacrifici e su questo tema credo che si possa chiudere qualunque tipo di speculazione politica”. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri commentando l’ennesimo diniego espresso dal Consiglio comunale di Bussi
“L’acqua abruzzese resta all’Abruzzo – ha decretato il Presidente Sospiri -. La Regione Abruzzo lo aveva già detto a settembre dinanzi al primo documento di richiesta di autorizzazione. E il 12 settembre l’Ersi aveva inviato una risposta articolata in cui, in via preliminare, ha sollevato le proprie perplessità circa l’iniziativa assunta dall’Ente pugliese, ovvero la richiesta di svolgere analisi sulla qualità delle acque di Bussi finalizzate a ipotesi di sfruttamento della sorgente per usi idrico-potabili, senza il preventivo coinvolgimento della Regione Abruzzo che, come titolare della delega delle funzioni statali in tema di acque pubbliche, è di fatto l’unico Ente competente della tutela, disciplina e utilizzazione delle risorse idriche. L’Ersi poi ha espresso sconcerto anche perché la stessa iniziativa non è stata ufficializzata prima allo stesso Ente Regionale del Servizio Idrico Integrato, al quale ovviamente non risulta alcuna volontà regionale di sfruttare ulteriori risorse idriche con nuove captazioni nella valle del basso e medio Tirino. Ovviamente una tale opera avrebbe richie