“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Appello per evitare lo sfratto madre sola con figlia disabile
La vicenda di Chieti arriva al Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani che chiede l'intervento del Ministero della Disabilità
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, appresa la vicenda che coinvolge un nucleo familiare vulnerabile in provincia di Chieti – composto da una madre sola, due figlie minori di cui una con grave disabilità, e un’anziana nonna – esprime viva preoccupazione per l’annunciato provvedimento di sfratto, che rischia di compromettere gravemente la tutela dei diritti fondamentali delle persone coinvolte.
"Pur nel pieno rispetto della legalità e dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, riteniamo doveroso sottolineare che la protezione delle fragilità umane non può essere considerata un elemento accessorio del diritto, bensì parte costitutiva di esso. La giustizia, per essere realmente tale, deve sapersi coniugare con il principio di proporzionalità e con il rispetto della dignità delle persone" si legge nella nota a firma del prof. Romano Pesavento.
"Nel caso specifico - aggiunge - l’impatto dello sgombero va ben oltre l’ambito materiale. Si prevede l’interruzione immediata delle terapie domiciliari specialistiche fornite dalla ASL a una minore con disturbo dello spettro autistico, trattamenti faticosamente integrati nel delicato equilibrio familiare. Si prevede inoltre un danno psicologico e sociale rilevante, difficilmente reversibile, in assenza di un’alternativa abitativa idonea e preparata con gradualità. Riteniamo pertanto indispensabile un intervento urgente e coordinato delle istituzioni competenti, affinché venga valutata una sospensione temporanea del provvedimento di sfratto, almeno fino all’udienza del 29 luglio o, preferibilmente, fino all’individuazione di una sistemazione che garantisca la continuità terapeutica e la salvaguardia delle condizioni psicofisiche della minore e dei suoi familiari. Facciamo appello al senso di responsabilità della Presidenza del Consiglio, del Ministero per le Disabilità, della Prefettura di Chieti e delle autorità regionali e locali affinché si riconosca che tutelare i diritti umani non è un atto straordinario, ma un dovere istituzionale ordinario. Non si tratta di eludere le regole, ma di interpretarle con quella intelligenza etica e sociale che una società civile ha il dovere di esprimere quando in gioco vi sono la salute, la dignità e la stabilità di soggetti in condizione di particolare vulnerabilità".
Il CNDDU continuerà a monitorare la situazione, mettendo a disposizione il proprio contributo tecnico, educativo e culturale, affinché il principio di equità non resti confinato a un piano teorico, ma si traduca in atti concreti e tempestivi.




