Psicologi e Coronavirus: quanto e' aumentato il bisogno della terapia?

Il lockdown, che ha obbligato tutti ad una maggiore permanenza in casa e che per molti e' stato un momento di incertezza totale e ansie sul futuro. Come sfruttare le opportunita' offerte dalla crisi

Psicologi e Coronavirus: quanto e'  aumentato il bisogno della terapia?

PSICOLOGI E CORONAVIRUS: QUANTO E' AUMENTATO IL BISOGNO DI TERAPIA?  Il Coronavirus e gli eventi che si sono susseguiti in questa pandemia hanno portato a numerosi cambiamenti a livello economico, sociale e anche psicologico. Il lockdown, che ha obbligato tutti ad una maggiore permanenza in casa e che per molti è stato un momento di incertezza totale, porterà con sé una serie di conseguenze da gestire con un piano di terapie psicologiche strutturato e diffuso. 

Sarà quindi utile conseguire una laurea triennale in psicologia per essere pronti ad intervenire in un contesto così unico che porterà strascichi per diversi anni. Studiare in questo periodo materie cogenti alla situazione potrà rappresentare un ampio vantaggio lavorativo, con conseguente possibilità di poter coprire un ruolo che sarò molto richiesto negli anni a venire. Il corso di laurea si potrà frequentare anche in modalità telematica, iscrivendosi ad una delle Università telematiche riconosciute dal MIUR ed equiparate agli atenei tradizionali. 

Unicusano propone diversi piani di studio in psicologia, che ci concentrano principalmente sugli aspetti metodologici della materia e che sono aggiornati in base alle ultime disposizioni. Sarà infatti fondamentale creare dei programmi di assistenza specifici per intervenire sui problemi psicologici legati al Coronavirus e in generale alle emergenze sanitarie e procedere con metodi comprovati per fare uno screening dei bisogni della popolazione.

 

LE PAURE. Una delle immediate conseguenze del Coronavirus è stata la paura. La chiusura obbligata ci ha allontanato in maniera drastica da abitudini e spazi. Il racconto di ciò che avveniva inoltre è stato sin dall’inizio classificato con terminologie afferenti alla guerra o a situazioni di estrema emergenza. Uno storytelling così aggressivo ha aumentato la paura verso l’altro e verso il virus e ciò ha generato nelle persone più sensibile un timore incondizionato che oggi lo blocca anche nelle attività che prima svolgeva con estrema semplicità.


Il gran numero di decessi inoltre ha colpito profondamente chi vive nelle zone rosse o nei luoghi con più contagi e ciò ha generato una profonda depressione e un aumento della mancanza di fiducia nel futuro e nel prossimo. 
Si dovrà intervenire in questo 
clima di paura a livello psicologico per riportare un equilibrio nella società traumatizzata, stando attendi a non tralasciare nessuno in questo momento di instabilità. 
Le richieste di aiuto e di intervento sono aumentate e il Ministero della Salute per andare incontro a queste situazioni ha istituito anche un numero di emergenza, ma questo dev’essere solo l’inizio di un piano più strutturato.

 

LE FASCE PIU' DEBOLI. Sono numerose le categorie che si sono trovate ad affrontare l’emergenza in maniera diretta e quelle che hanno subito maggiori pressioni. Pensiamo ad esempio a chi ha continuato a lavorare mentre il mondo sembrava fermo, a chi ha affrontato il pericolo in prima linea e alle persone anziane che sono diventate il mirino del virus. Per tutti loro, la pressione psicologica e il conseguente stress sono da tenere sotto controllo, seguendo un percorso di ascolto che li aiuti a superare questo momento. I servizi svolti dalle associazioni di volontariato in quest’ambito sono stati preziosi e dovrebbe continuare ad essere gestiti negli anni insieme ad equipe di psicologi preparati su questo specifico settore.

 

Redazione Independent