"Mare-Monti" (a Pescara)

Sarà il tribunale dell'inchiesta a giudicare le posizioni degli imputati della grande incompiuta da 6 milioni di euro

"Mare-Monti" (a Pescara)

INCHIESTA "MARE-MONTI". UDIENZA 6 DICEMBRE. L'inchiesta della procura di Pescara -  Pm Gennaro Varone, Gup Gianluca Sarandrea -  procedimento penale sulla grande strada "incompiuta" tra Pescara e Penne, la SS 81, meglio nota come la "Mare-Monti" resterà a Pescara. Stamattina l'udienza era fissata per lo scioglimento delle incompetenze territoriale avanzata dai difensori degli imputati del 6 dicembre scorso. Il giudice ha deciso che quasi tutte le posizione degli imputati saranno giudicate nel capoluogo adriadico ad eccezione delle accuse formulate contro Roberto Lucetti, diregente Anas (difesa Bravin), e Paolo Cuccioletta della società Archingroup Srl. Per il primlo la competenza è del tribunale dell'Aquila mentre per Cuccioletta è Roma.

TREDICI INDAGATI. Tra gli indagati figurano nomi eccellenti quali quello di Luciano D'Alfonso, all'epoca dei fatti Presidente della Provincia di Pescara che aveva appaltato i lavori; Carlo Strassil, coinvolto anche nelle inchieste appalti G8 e terremoto a L’Aquila e arrestato il 19 aprile 2010; Fabio De Santis, coinvolto nell’inchiesta appalti G8 e responsabile del procedimento; Valeria Olivieri, commissario straordinario; Cesare Ramadori, Cda Toto Spa; Carlo, Alfonso e Paolo di Toto Spa; Paolo Lalli, direttore dei lavori; Michele Minenna, dirigente Anas; Roberto Lucetti, funzionario Anas; Paolo Cuccioletta, consulente; Angelo Di Ninni, incaricato dalla Provincia di Pescara di valutare l'incidenza ambientale della variante.

LE ACCUSE DEL PM VARONE. Per la pubblica accusa l'appalto da oltre 6 milioni di euro sarebbe stato stravolto allo scopo di renderlo vantaggioso per l'impresa vincitrice. I reati contestati agli imputati sono: corruzione, truffa aggravata, falso ideologico, concussione e violazione delle leggi ambientali.

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