Acerbo sul "Re Sole": «Se mi davano retta non finiva agli arresti»

L'esponente politico di Un'altra Regione-Rifondazione Comunista punta il dito sulle maggioranze che hanno dato pieni poteri al dirigente Antonio Sorgi

Acerbo sul "Re Sole": «Se mi davano retta non finiva agli arresti»

VICENDA CIMITERO DI FRANCAVILLA, PARLA ACERBO: «SE MI DAVANO RETTA NON FINIVA AGLI ARRESTI». L'esponente politico di Un'altra Regione-Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo punta il dito sulle maggioranze che hanno dato pieni poteri all'imputato Antonio Sorgi coinvolto nello scandalo dell'inchiesta della Procura di L'Aquila sull'ampliamento del cimitero di Francavilla al Mare. «Ho personalmente denunciato per anni il ruolo svolto da Sorgi nella Regione Abruzzo. Ho chiesto innumerevoli volte le sue dimissioni e tutte le volte veniva fuori un amplissimo fronte di estimatori e sostenitori da Sel al PD fino all'apoteosi di Forza Italia che con Chiodi ne ha fatto una sorta di plenipotenziario. Se mi davano retta oggi probabilmente Sorgi non sarebbe oggetto di misure cautelari». Parole durissime che assumono un valore ancora più forte se si considera il ruolo che ha avuto negli ultimi 10 anni di vita politico-amministrativa regionale. «Non si tratta di un dirigente qualunque - sottolinea Acerbo - ma di uno degli uomini più potenti d’Abruzzo che ha goduto della sponsorizzazione e della stima di centrodestra e centrosinistra che negli anni delle giunte Pace, Del Turco e Chiodi gli hanno progressivamente attribuito un ruolo abnorme. Per Rifondazione Comunista e gli ambientalisti più seri per anni Sorgi è stato il “nemico pubblico numero 1”». Sorgi è stato già oggetto di inchieste, anche derivanti da esposti di Rifondazione Comunista, ambientalisti e associazioni di disabili, come nel caso della filovia Pescara – Montesilvano. «Finora se l’è sempre cavata - conclude Acerbo - come altri super-dirigenti della Regione. Non è detto che non ce lo ritroveremo candidato alle prossime elezioni».

Redazione Independent