La quiete dopo Nettuno. Silenzio: riprendiamoci l'Abruzzo!

Torna il sereno dopo la tempesta ma la paura non è cessata. Mascia preoccupato per il discioglimento delle nevi

La quiete dopo Nettuno. Silenzio: riprendiamoci l'Abruzzo!

THE DAY AFTER: TORNA IL SERENO SULL'ABRUZZO, MA LA PAURA NON E' CESSATA. Sull'Abruzzo, su Pescara, la città più colpita dall'alluvione, è tornato il sereno. Il cielo è terso e non si prevedono precipitazione per la giornata di oggi. Ma la paura per quello che è capitato resta altissima. Il pericolo, come spiegato dal sindaco della città più grande d'Abruzzo, potrebbe arrivare proprio dall'innalzamento delle temperature che stanno sciogliendo la neve in montanga e, quindi, alimentare la tracimazione del fiume Pescara.



Oltre alla vittima, su cui sta indagando la magistratura, si conmicia a fare i conti coi danni. Nessuno osa fare una stima ma il conto sembra essere salatissimo. Centinaia le strade impraticabili, franata, rovinate dalla furia della natura. Migliaia le attività commerciali, i negozi, gli appartamenti, i garages invasi dall'acqua. E gli sfollati? Insomma, un vero disastro tanto che il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha chiesto immediatamente lo stato di calamità naturale al Governo Letta che, al momento, non ha una lira per piangere. Vabbè...

Mentre la situazione lentamente sta tornando alla normalità rimbalziamo l'appello ai cittadini lanciato dagli amministratori comunali lanciano "uscite di casa, salvo casi di reale e improrogabile necessità, evitando comunque aree a rischio e sottopassi e utilizzando ogni forma di tutela per la propria incolumità".

Questo è il momento di stare uniti. Aiutiamoci. Siamo tutti fratelli. Pescaresi, chietini, aquilani e teramani, stessa razza "forte e gentile" come diceva il Vate.  Ce la possiamo, da soli, come abbiamo sempre fatto. Siamo abruzzesi, no?

Come diceva quello stupendo poeta libanese (Khalil Gibran) "La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!". Silenzio, adesso, e ricominciamo! Ricostruiamoci.

Il (sub)direttore