Vincono Sx e astensionismo

Report sulle elezioni amministrative: "cappotto" nei comuni capoluogo. Kaput MoVimento 5 Stelle tranne a Pomezia

Vincono Sx e astensionismo

VINCONO IL CENTRO-SINISTRA E L'ASTENSIONISMO. Alla fine quello che conta è il risultato clamoroso delle amministrative, e se poi le astensioni avanzano in modo esponenziale, poco importa. Nell'immediato il Pd, tutto il centro sinistra e lo stesso presidente del consiglio Letta, intascano la clamorosa vittoria su tutti e 11 i comuni capoluogo e a cui si è aggiunta anche la vittoria al primo turno di Enzo Bianco a Catania. Anzi se si considerano i comuni già conquistati al primo turno, il trionfo di di Epifani e di Vendola è indiscutibile: un vero cappotto ai danni del centro-destra, della Lega Nord e del M5S. La coalizione di centro-sinistra ha vinto a Roma con Marino, che ha avuto gioco facile contro il "bollito" Alemanno, travolto dagli scandali e battuto in tutti e 15 i municipi di Roma. Ha vinto anche a Treviso dove il Carroccio ha governato per una vita con lo "sceriffo" Gentilini, quello che voleva sparare ai gommoni con i clandestini a bordo. Ha vinto a Brescia dove nelle comunali del 2008 il candidato di centro-destra, il sindaco uscente Paroli al primo turno mise ko Del Bono del centro-sinistra che nelle comunali di oggi si è presa una bella rivincita. Certamente Berlusconi, per ammissione dello stesso Paroli, involontariamente ha fatto un piacere al candidato di centro-sinistra scegliendo la piazza di Brescia per il raduno nazionale contro i "giudici politicizzati" di Milano che lo avevano condannato ad un anno per l'affare Bnl-Unipol. Anche per la il M5S il bottino è scarno perché vince solo a Pomezia, in provincia di Roma e ad Assemini in provincia di Cagliari. Il Pd ha pure espugnato Avellino, Barletta, Iglesias, Lodi, Viterbo ex roccaforte del centro destra, Imperia ex protettorato di Scajola, Siena e Ancona.

L'ASTENSIONE A OLTRE IL 51% NON PREOCCUPA PIU' DI TANTO I PARTITI. L'affluenza alle urne è stata del 48,5% un vero record negativo. Anche se il confronto con le amministrative del 2008 è fuorviante in quanto esse furono tenute poco dopo le politiche del 13 e 14 aprile che hanno avuto un efffetto trainante sulle successive comunali, non c'è dubbio che il calo non è stato inferiore ad un drammatico 15%. D'altra parte anche il confronto tra le politiche del 2013 con quelle del 2008 evidenzia un calo di circa 6 punti percentuali. Così pure il confronto ta le regionali del 2008 e quelle precedenti mostrano un calo di affluenza di quasi l'8%. Nei partiti serpeggia l'idea che si tratti di un calo fisiologico, quindi non preoccupante, perchè in linea con quello degli altri paesi occidentali. Per molti politologi addirittura l'attuale astensione dal diritto di voto da parte dell'elettorato, rispetto alle prime elezioni libere dopo il fascismo quando la partecipazione al voto era considerato anche un dovere, rappresenta indiscutibilmente un segno di evoluzione civile del popolo italiano. Secondo costoro, gli italiani che nella prima repubblica si recavano in massa alle urne sfiorando il 96% degli aventi diritto, sotto la spinta dalla propria ideologia, oggi sono diventati più maturi: si disinteressano dell'ideale, e esprimono il voto, quando lo esprimono, su programmi concreti. In realtà la disaffezione al voto esprime un profondo disagio e lo dimostra che l'Italia è, tra i paesi europei, quello con la maggiore percentuale di astensionismo. Con un'aggravante: che mentre in Europa chi si astiene non va proprio a votare, gli italiani invece molto spesso depositano nell'urna la scheda bianca o nulla proprio per testimoniare la sfiducia nel sistema dei partiti.

ENRICO BERLINGUER SOLLEVO' INASCOLTATO DALLO STESSO PCI "LA QUESTIONE MORALE" NEL 1977. I mass media cascano dalle nuvole e solo ora si accorgono del fenomeno dilagante. L'astensionismo, in realtà, ha radici lontane e cominciò a manifestarsi già dalla fine degli anni 70. Enrico Berlinguer,inascoltato anche dal suo stesso partito il Pci, nel 77 sollevò la "questione morale" . Ebbene la risposta della politica, è stata l'abrogazione del cosiddetto "Mattarellum", legge che consentiva all'elettorato di esprimere le preferenze, e l'introduzione dal 31/12/ 2005 della legge elettorale definita "Porcellum"dallo stesso Calderoli che l'aveva sottoposta al parlamento. La legge di fatto ha completamente esautorato gli elettori dalla possibilità di scegliersi i propri rappresentanti la cui designazione viene demandata alle segreterie dei partiti che decidono in base a oscuri criteri . A parole da almeno dalla legislatura precedente, i partiti sostengono di voler cambiare la legge elettorale, ma nei fatti si comportano come tutte le volte che il loro potere viene minacciato, e cioè rinviando sine die la riforma. Non meraviglia più di tanto quindi che la "proposta Giacchetti", sia stata bocciata alla camera a grande maggioranza.


Clemente Manzo