Una svista colossale

Il Pd espelle l'abruzzese Lusi per la vicenda dei 13 milioni. Possibile che nessuno si sia accorto prima dell'ammanco?

Una svista colossale

ESPULSO LUSI - Solo una tragica vicenda? Spariscono 13 milioni di euro dalle casse della Margherita è nessuno se ne accorge? Noi non lo sappiamo, per ora è certo che l'ufficio di presidenza del gruppo Pd al Senato ha espulso il senatore Luigi Lusi, di origini marsicane: è nato a Roma, ma è originario di capistrello, in provincia dell'Aquila. Stando a quanto apprende l'Agi, il senatore era stato invitato a dimettersi, ma non ha accettato e quindi il gruppo, all'unanimità, lo ha espulso. Anche il segretario regionale del partito democratico, Silvio Paolucci ha voluto prendere le distanze, come dichiarato alle telecamere del Tg3. «Il Pd Abruzzo - ha annunciato Paolucci - è eticamente distante dalla vicenda del senatore Lusi». 

L'INDAGINE PARTITA PER CASO - Tutto nasce dal fatto che Lusi, ex tesoriere della Margherita, stava compiendo alcune operazazioni immobiliari sospette nella capitale. Ad attenzionare a procura di Roma su Luis un'operazione su un immobile di pregio nel cuore della Capitali. L'indagine ha portato ad aperire un fascico ed ora il senatore è indagato per appropriazione indebita aggravata in relazione alla sottrazione di 13 milioni di euro dalle casse del partito. Su AbruzzoBlog si legge che il senatore voglia chiudere la disavventura giudiziaria di questi giorni patteggiando una pena a un anno di reclusione e restituendo almeno cinque milioni. Anche se non c'e' ancora nulla di formale, i suoi legali hanno per il momento presentato una bozza di accordo alla procura di Roma con la quale l'attuale senatore del Pd e' orientato a concordare una pena piuttosto mite. Una proposta che, pare, non abbia particolarmente entusiasmato i magistrati (il procuratore aggiunto Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci) che intendono riflettere con attenzione, considerato che il massimo della pena e' di tre anni, che va applicata la sospensione condizionale e che nel calcolo delle attenuanti, oltre alla incensuratezza dell'indagato, pesa pure quanto Lusi sara' in grado di restituire alla controparte. L'ex tesoriere ha depositato negli uffici di piazzale Clodio anche una bozza di fidejussione bancaria che copre circa cinque milioni di euro, piu' o meno la somma che Lusi e' pronto a restituire. Altri cinque erano stati già versati per pagare le tasse relative all'acquisto degli immobili e per portare avanti una serie di operazioni finanziarie. In procura si insiste molto sul fatto che questa vicenda giudiziaria si potrà chiudere se i vertici della Margherita dovessero ritenenersi soddisfatti delle proposte messe sul piatto da Lusi. A quel punto, l'inchiesta sarebbe praticamente conclusa.

UN ITERROGATIVO INQUIETANTE - Possibile che nessuno si sia accorto di un ammanco dalle casse della Margherita di quasi 13 milioni di euro? «A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca», diceva il serafico sette volte presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. Ma pensare che si sia trattato soltanto di una svista, di poca attenzione da parte dei revisiori dei conti di Rutelli, qualche sospetto lo desta. Per lo meno, si è trattato di un caso di ingenuità colossale, ma di questi tempi con i soldi dei cittadini  - quei tredici milioni porvenivano dai rimborsi elettorali - bisogna stare attenti. L'ennesima prova che sono tutti uguali?

Marco Beef