Un idea galleggiante e assorbente per bonificare il Saline

Montesilvano. Presentato un sistema di pannelli galleggianti che catturano solo gli inquinanti nell'acqua

Un idea galleggiante e assorbente per bonificare il Saline

UN SISTEMA GALLEGGIANTE PER BONIFICARE IL SALINE. Un convegno dall’alto valore scientifico quello che si è svolto oggi pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Montesilvano, durante il quale sono state proposte possibili metodologie da utilizzare per il risanamento del fiume di Montesilvano. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Francesco Maragno, dell'assessore all'ambiente Paolo Cilli e dell'assessore regionale Mario Mazzocca, che ha assicurato l'impegno del governo regionale per la risoluzione del problema, spazio agli interventi tecnici degli ospiti del convegno.

LA STORIA DEL FIUME. Paola Pierucci, dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, attraverso l'ausilio di una documentazione storica reperita presso l'Archivio di Stato di Teramo, ha ripercorso i momenti salienti della bonifica del Saline a partire dal 1805 sino all'epoca fascista. La parola è poi passata a Franco Gerardini, dirigente Servizio Gestione dei Rifiuti della Regione Abruzzo che coadiuvato dal commissario ad acta per la bonifica della discarica di Villa Carmine, Domenico Orlando, ha illustrato lo stato attuale del Saline, la cui ultima perimetrazione è stata approvata nel 2014, dopo il suo declassamento da sito di interesse nazionale a sito di interesse regionale.

LE IPOTESI DI RISANAMENTO. Il convegno ha visto poi il susseguirsi degli interventi dei relatori dell'Università di Pisa. Francesco Ciardelli, del Dipartimento Chimica e Chimica Industriale, ha illustrato un'ipotesi di risanamento mediante l'utilizzo di un sistema che permetta all'acqua fluviale di venire a contatto con adsorbenti (selettivi) realizzati con componenti rimovibili, rinnovabili e riutilizzabili. «Ciò - ha spiegato Ciardelli - potrà essere realizzato con un sistema a pannelli galleggianti sulla superficie delle acque, un materiale ad alta velocità di assorbenza, una sorta di spugna selettiva che cattura solo gli inquinanti che si ritengono di estrarre. L'intervento potrà essere esteso anche sui sedimenti del fiume, intervenendo con materiali naturali puliti, quali ad esempio argilla e sabbia, e materiali artificiali atti a trattenere i sedimenti inquinanti».

Cosimo Bruni e Domenico De Nardi, SPIN-PET dell’Università di Pisa, hanno sottolineato come tale sistema sia funzionale anche a livello economico, poiché i pannelli galleggianti sono periodicamente riutilizzabili, oltre che nel pieno rispetto a livello ambientale.

Infine Antonio Cilli, dell’Università degli studi “G. d’Annunzio” di Chieti – Pescara, ha illustrato le opportunità di sviluppo e di individuazione di fondi proprio mediante la riqualificazione del Saline.

Il convegno si è poi concluso con gli interventi di alcune delle associazioni ambientaliste del territorio, come Ecoistituto e Forum Movimento per l'acqua, che hanno salutato con favore l'iniziativa come primo passo per rifocalizzare l'attenzione sulla questione.

«In prospettiva il Saline non deve essere più visto come un problema - ha commentato Francesco Maragno -ma come un'opportunità, la rinascita di questo importante ecosistema deve saper interagire con i luoghi antropizzati da un punto di vista economico e socio-culturale a beneficio, inoltre, dei territori ad esso limitrofi. Con questo seminario abbiamo inteso dare un punto di vista differente e mostrare il reale impegno di questa amministrazione per la concreta risoluzione di questo problema».

«La riqualificazione del Saline e delle sue sponde - ha detto l'assessore Paolo Cilli - può rappresentare una chiave per lo sviluppo della nostra città, un ulteriore motivo per attrarre turismo a Montesilvano».

Redazione Independent