Hotel in crisi: c'è l'ultimatum

Imprenditori verso lo sciopero della fame: «avete 10 gg. dopodichè ci incateneremo davanti alla prefettura»

Hotel in crisi: c'è l'ultimatum

CITTA' SANT'ANGELO: SCIOPERO DELLA FAME - Un gruppo di piccoli imprenditori del settore alberghiero di Città Sant’Angelo è pronto a scendere in piazza per essere ascoltato dalle Istituzioni. “«Siamo pronti a forme eclatanti di protesta, anche allo sciopero della fame»”, dichiara Amedeo Trivellone, promotore dell’iniziativa e titolare dell’'Hotel Nacalua. Hanno aderito alla protesta anche questo l'’Hotel “Miramare”, il “Poggio del Sole "Country House”", l’'“Ekk Hotel”, l'Hotel “Amico”, l'’Hotel “Torre del Moro” ed il ristorante “"Il Melograno"”, tutte strutture di Città Sant’Angelo.

IL PROBLEMA DEL CREDITO - Il problema principale da affrontare per gli imprenditori è quello del credito. “«Chiediamo semplicemente di essere invitati a un tavolo di concertazione per proporre una serie di misure che possano rendere meno duro il momento di crisi che stiamo attraversando”», ha precisato Trivellone. «“Non chiediamo l'’elemosina - ha aggiunto -  mavogliamo semplicemente tutelare l’occupazione delle nostre attività e non essere costretti a licenziare ancora”». L'’annuncio della protesta segue la richiesta di un incontro inviata nelle scorse settimane al prefetto di Pescara, Vincenzo D’Antuono, domanda alla quale però non è mai giunta risposta. «“Abbiamo provato a contattare il Prefetto il 26 aprile scorso – - ha precisato Trivellone -– ma alle nostre sollecitazioni non ha mai fatto seguito un riscontro concreto. Per questo chiediamo nuovamente a gran voce un incontro, stavolta con i rappresentanti della Regione”».

SITUAZIONE NERA - La situazione che si prospetta a questi imprenditori non è certo rosea: “Di questo passo, entro il 2012 molti di noi saranno costretti a chiudere e il territorio perderà ulteriormente posti di lavoro. Vogliamo evitare questo, ma abbiamo bisogno di regole più elastiche nella concessione del credito, per investire nelle nostre strutture”, spiega ancora Trivellone, che chiede l’istituzione di un tavolo di concertazione sui problemi del settore. «“Abbiamo assistito a una diminuzione del fatturato nell’ordine del 50% in questi ultimi anni, abbiamo continuato a lavorare in silenzio ma adesso, di fronte alla chiusura totale del sistema creditizio nei nostri confronti non possiamo più tacere»”, ha chiosato Trivellone. «Per questi motivi entro dieci giorni scenderemo in piazza, incatenandoci sotto la prefettura e sotto la regione per chiedere un incontro ai vertici delle Istituzioni, iniziando uno sciopero della fame che si protrarr sino alle estreme conseguenze nel caso in cui non fossimo ricevuti”».

Redazione Independent