Tutti alla Sevel di Marchionne

La classe dirigente abruzzese scodinzola al potere dell'Ad di Fiat. Chi avrà il coraggio di domandare che sarà della Sevel?

Tutti alla Sevel di Marchionne

LA CLASSE DIRIGENTE ABRUZZESE ALLA CORTE (SEVEL) DI MARCHIONNE. Ci sono tutti alla Sevel di Atessa per omaggiare la visita di Sergio Marchionne, che è appena atterrato con l'elicottero da Torino. C'è il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, c'è il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Giovanni Legnini, c'è l'assessore allo Sviluppo Economico Afredo Castiglione ma anche politici, industriali, docenti universitari, giornalisti e le parti sociali: i firmatari del contratto Fiat Fim-Cisl, Fismic, Uilm-Uil, Ugl. Insomma tutti tranne i "disertori" della Fiom, esclusa da questa storica giornata per le posizioni assunte nella gestione dei rapporti con la proprietà. Tutta la classe dirigente abruzzese è in trepidante attesa di ascoltare le parole dell'Ad di Fiat per gli annunciati investimenti nella fabbrica del Ducato in Val di Sangro. Che sarà della Sevel? Quale sarà il destino degli oltre 6mila operai, più 4mila dell'indotto, impigati nello stabilimento a partire dal 2016, cioè dal momento in cui cesserà l'accordo di produzione con la Psg che significa un taglio alla produzione, per l'intero Gruppo, di circa 20mila mezzi all'anno? E' improbabile che Marchionne parli del futuro, visto che i mercati funziona e si modificano più velocemente che le strategie di mercato. Ma per l'Abruzzo non è pensabile che il Gruppo Fiat abbandoni, magari proprio per volere di un abruzzese - Marchionne è, infatti, nato a Chieti - questa terra perchè signifiherebbe un colpo mortale all'economia e la disperazione di migliaia di famiglie che non saprebbero come sostenersi. 

LA QUESTIONE DEL POLO AUTOMOTIVE. La domanda che ci poniamo da un pò noi di Abruzzo Independent, invece, riguarda la natura dell'investimento che intende fare la Regione Abruzzo nel famoso Campus Automotive. Stiamo parlando di 32 milioni di euro per una struttura concepita allo scopo di sviluppare e fare ricerca su nuovi modelli da immettere nel mercato dell'automobile. Di questo beneficio o, meglio, vantaggio competitivo, ne beneficerebbe non solo Fiat ma anche il Gruppo Honda, che produce moto, e che rappresente per l'aera una risorsa indispensabile. E', forse, questa la cambiale che devono pagare gli abruzzesei per tenere incollati al territorio produzione sicuramente meno convenienti, dal punto di vista economico e fiscale, rispetto ad altri paesi? Ai posteri l'ardua sentenza.

Marco Beef