Tornano gli anni occupati

Gli studenti si prendono il Liceo Scientifico G.Galilei. Lo slogan della protesta Vs. Ddl "Aprea": «Il futuro è nostro»

Tornano gli anni occupati

SCUOLA. OCCUPATO IL "GALILEI": LE RAGIONI. «La nostra scuola è occupata oggi per il terzo giorno consecutivo. Mentre scriviamo, stiamo nuovamente preparando le aule che accoglieranno le attività autogestite: dibattiti politici e di attualità, cineforum, aule studio, 
laboratori di musica e fotografia. Capiamo che per chi non vive il mondo della scuola è difficile comprendere le ragioni della nostra protesta. Ora proviamo brevemente a spiegarvele», con poche incoraggianti parole arriva in redazione il comunicato del movimento degli studenti del Liceo Scientifico G.Galilei di Pescara. «Con il Ddl Aprea, in attesa di approvazione al Senato, - scrivono - stanno attentando alla qualità della scuola e a diritti che sono il risultato di quaranta anni di lotte studentesche. La trasformazione dei Consigli di Istituto in Consigli 
dell'Autonomia con la conseguente apertura all'ingresso di privati negli stessi è un primo, e neppure tanto piccolo, passo verso la privatizzazione della scuola pubblica. Gli istituti verranno finanziati dal Ministero dell'Istruzione in base ai risultati ottenuti dagli studenti nei test Invalsi. Cosa pensate che accadrà alle scuole più disagiate che vedranno tagliati i loro fondi e si troveranno costrette a dipendere sempre più strettamente dalle sovvenzioni di privati che siederanno all'interno degli stessi organi decisionali di quelle scuole? Se accompagnate tutto questo al fatto che il Disegno di legge abolisce anche gli articoli del Testo Unico sulla scuola che regolano l'esercizio da parte degli studenti dei propri diritti di assemblea, capirete quale è l'essenza fondamentale di questi provvedimenti. Far dipendere quello che dovrebbe essere un servizio pubblico dalle leggi del mercato, trasformare la 
scuola in azienda, subordinare la formazione dei futuri cittadini alle logiche del profitto». E, poi: «Siamo noi a vivere la scuola, non i privati, e vogliamo essere noi a decidere il destino della nostra istruzione.Qualcuno potrebbe ribattere che spesso, specie negli ultimi anni, abbiamo abdicato ad esercitare quei nostri diritti che oggi ci vogliono negare, ad esempio trasformando le assemblee d'Istituto in semplici scuse per saltare qualche ora di lezione. Eppure guardateci oggi, mentre dibattiamo in centinaia mattina e sera su questa legge,e su tutto quello che ci sta accadendo intorno. Non avevamo mai avuto assemblee così partecipate, o discussioni così accese. Cercando di sottrarci i nostri diritti, questo governo ha ottenuto l'effetto contrario, facendoceli riscoprire proprio ora in tutta la loro importanza. 
Forse dovremmo quasi ringraziarlo». Lasciatecelo scrivere: Bravi ragazzi!

Redazione Independent