Tombini nel mirino dei ladri

Chieti. Colantonio ai carabinieri per denunciare: «Rubano persino davanti al carcere». Ognuno vale 130 euro

Tombini nel mirino dei ladri

CHIETI. MORIA DI TOMBINI. L’Assessore ai Lavori Pubblici, Mario Colantonio, ha presentato una denuncia contro ignoti a causa dell’accanimento riscontrato in questi ultimi giorni per furti a danno della cosa pubblica ed, in particolare, l’avvenuto riscontro, da parte del personale del Servizio Strade e del sottoscritto, del furto di ben 23 caditoie/tombini stradali di ferro e ghisa. «Si tratta - spiega Colantonio - di atti gravi, commessi da soggetti senza scrupoli, mettono a grave repentaglio la pubblica incolumità sia dei pedoni ma soprattutto di ogni veicolo che transita con l’inconsapevolezza del pericolo». I furti sono avvenuti su tutto il territorio comunale. Ogni tombino da acquistare, dato che al momento i magazzini sono vuoti, costa alla collettività circa 130 Euro più IVA.

LE VIE INTERESSATE. Le vie interessate all'azione dei ladri sono state: Via Ettore Ianni n. 3 tombini; Via Anelli Fieramosca n. 1 tombino; Via dei Platani n. 2 caditoie; Via Madonna della Misericordia-Colonnetta n. 4 caditoie; Via Aldo Moro n. 3 caditoie; Via Pescasseroli n. 2 tombini; Via Casalbordino n. 3 tombini; Zona Stadio Angelini (prospiciente Motorizzazione) n. 2 caditoie; Via Custoza n. 1 tombino; Via Moro (zona Brecciarola) n. 2 caditoie. «Ritengo - conclude Colantonio - che anche questa volta le forze dell’ordine si impegneranno alle indagini del caso ma ciò che amareggia è che NESSUNO si accorga mai di nulla o veda qualcosa».

IL CASO DI VIA E. IANNI. Per Colantonio è singolare il caso particolare dei furti verificatisi in Via Ettore Ianni che si riferiscono ad un tombino posto a circa 100 metri prima dell’ingresso del Carcere di Madonna del Freddo ed uno a 150 metri oltre l’ingresso dello stesso Carcere. «Quasi a voler sfidare la vicinanza della struttura detentiva», ha sottolineato l'assessore della Giunta Di Primio. 

IL SOSPETTO DELLA RICETTAZIONE. L'assessore punta il dito contro i presunti ricettatori. «Chi riceve ed acquista questo genere di materiali - spiega Colantonio - , evidentemente trafugato dalla viabilità pubblica, trattandosi di tombini il più delle volte anche marcati dalla linea di produzione, commette il più grave reato di ricettazione. Non credo che in Abruzzo siano tante le ditte che si occupano dell’ attività di riacquisto di materiale ferroso riciclato e anche rubato. Spero che gli inquirenti vogliano indirizzare le loro indagini anche in questa direzione».

Redazione Independent