Tinder: sport estremo femminile

La 'dura legge del coito' spesso sottopone un prodigio della femminile e spassionata fantasia erotica in una donna sabotata dai vani tentativi d'approccio

Tinder: sport estremo femminile

TINDER: SPORT ESTREMO FEMMINILE. Un doveroso e spassionato appello ai tindernauti, agli ossessivo compulsivi dell’invio senza cognizione di causa, Comprendo perfettamente la frenetica ricerca di un “donut di carne” (semplificando: un foro con una donna intorno) ma vi si chiede un minimo sindacale di criterio logico. Ogni donna in questa chat dating, me inclusa, si trova un considerevole numero di messaggi in replica all’affinità di un “Match”; ma non si può arrivare ad avere sul telefono così tante fiamme notifica da poter oscurare la processione di Fatima. Una donna potrebbe anche essere interessata a voi, ma deve ricercare il vostro messaggio in un elenco di messaggi che arriva a tre cifre. Deve dribblare tra messaggi multipli del medesimo impaziente utente, abbattere come i birilli del bowling l’ordinata disposizione dei complimenti, scivolare sotto la trincea del “Attivo oggi” che non è esattamente il modo migliore per sbucciarsi le ginocchia. In quella fitta rete da pesca intrecciata da risposte CTRL+C/CTRL+V ci sei tu uomo, concreto emblema costituito da pixel e parole, tu che sei stato sabotato dalla schiera dei “Ciao. Come va?”. Tu impavido essere dotato di più voglie di quante ne potesse soddisfare “Ambrogio”. Tu, creatura che obbedisce solo alla dura legge del coito, sii cortese o quantomeno moderatamente logico, una sequenza logica di domande prive di grammatica o qualsivoglia originalità sono un un autosabotaggio, un atto di puro sadismo. Quante volte una donna può rispondere alla domanda “Come va?” senza rispondere “Come la pallina umida di letame spinta in salita, su un terreno accidentato, da uno stercorario.”? La domanda che sembra meditata direttamente dal Ministro dei trasporti e delle infrastrutture “Di dove sei?”. Tinder ti indica la distanza, sai già quanti chilometri ti separano dall’appagamento del carnale desiderio che interagisce dall’altra parte. Non inducete il soggetto a replicare “A metà strada tra dove vorrei essere e dove vorrei mandarti.” Il principio di selezione dei match si basa anche sulla distanza. Altro iceberg nell’ibernato percorso sinaptico “Che fai?”. Una disperata ricerca di argomenti da conversazione egoriferita, in cui spesso non viene tenuta in debita considerazione la replica. Questo offre un ottimo spunto per troncare la conversazione in tempi da guinness, e berci su. Tra le possibili repliche alla banalità diffusa, riporto alcune risposte all’esistenziale quesito di cui sopra: - Conduco al pascolo sogni infranti e disattese aspettative. - Nutro in modo costante il tacchino di Russell in attesa della vigilia di Natale. - Rivedo i miei criteri di selezione nella la scelta degli interlocutori, - Statistica. (È statisticamente provato che questo sia il modo più insulso per rapportarsi con l’altro sesso) - Attendo l’ineluttabile istante del trapasso per reincarnarmi in un uomo, iscrivermi a una chat dating e domandare alle donne per le quali nutro una superficiale attrazione fisica “Che fai?”. - Non faccio, sono. (spesso la domanda precede quella relativa al nome dell’interlocutrice). - Sto leggendo un articolo sulla disfunzione erettile, spesso è manifestata nel modo di interagire in modo banale sulle chat. E nella lista delle domande brevi, concise, sequenziali e inutili composte da parole brevi “Ci sei?” o peggio “C 6” classica dimostrazione che la donna sia riuscita a destare in questo esemplare di testosterone non arrivi a sette caratteri, punteggiatura inclusa. In questi casi la miglior risposta è “Cero”. Non sia considerato un errore bensì una realtà: se questo è il tuo modo di stimolare l’interesse, posso solo consigliarti di accendere un cero alla divinità a te più congeniale e sperare che almeno questo abbia voglia di ascoltarti. In questo compendio di messaggi che accende le fiammelle di notifica sul monitor degli smartphone femminili, ma non ti offre la possibilità di arrostire i testicoli di chi invia messaggi a ripetizione; ci sei tu prodigio della femminile e spassionata fantasia erotica di una donna sabotata dai vani tentativi dei tuoi simili. Usa pietà per i fragili nervi di quella donna, quelle sottili e fragili corde di minugia che stridono come corde di uno stonato quintetto d’archi all’avviso sonoro dell’ennesima notifica. Sintesi, non inviate le singole novelle del Decameron suddivise in stringate e frammentate parole, ogni singolo racconto del Boccaccio ha il suo fascino solo nella sua interezza. Per quanto riguarda i geni che suggerisco agli utenti come intraprendere la conversazione, coloro che hanno pensato a messaggi quali : -Invecchieremo aspettando. / Invece chattare dovrebbe ringiovanirmi? -Chatta con questa persona compatibile. / E con le altre compatibilità che dovrei farci? -Potrete dire ai vostri figli che vi siete incontrati su Tinder / In molti casi, e senza prole, non viene confessato il virtuale luogo d’incontro nemmeno ai genitori, mettere al mondo dei delatori non è esattamente nei miei programmi. -Una persona profonda piace a tutti / Wow! Il parco giochi dei sub estremi. -Un complimento ha il 90% di possibilità di risposta / Naturalmente! Quale uomo non risponderebbe con entusiasmo a un complimento di Rosi Bindi? Uomini, o più o meno tali, attenuate l’entusiasmo, se necessario concedetevi autogratificazione prima di chattare, ma per somma concessione e grazia; non inviate messaggi come fossero un’inascoltata sequenza di Fibonacci.

Nomino Orientale