Spiaggia di Rocca San Giovanni chiusa per l'Ostreopsis

L'alga tossica ha provocato malori ai bagnanti: in 15 sono finiti al pronto soccorso con forti intossicazioni gastrointestinali

Spiaggia di Rocca San Giovanni chiusa per l'Ostreopsis

SPIAGGIA DI ROCCA SAN GIOVANNI CHIUSA PER DIVIETO DI BALNEAZIONE PER LA FORTE PRESENZA DI ALGHE TOSSICHE. A partire da venerdì mattina la spiaggia antistante il camping "La Foce", nei pressi di Rocca San Giovanni (CH), è stata chiusa ai bagnanti per divieto di balneazione. Il motivo è dovuto alla forte presenza di una microalga tossica chiamata Ostreopsis ovata che ha provocato, nei giorni precedenti la chiusura, una forte intossicazione a coloro che soggiornavano o si tuffavano in quelle acque. Molti di loro, circa 15 si sono rivolti al pronto soccorso dell'ospedale di Lanciano manifestando malesseri come dolori gastrointestinali, tosse, faringiti e laringiti. "Non tutti sanno che questa microalga tossica è di origine tropicale proveniente da quei mari dove la temperatura dell'acqua è abbastanza elevata come Mar dei Caraibi o Mar del Giappone". Spiega la dott.ssa Cristina Ingarao, ricercatrice presso il Consorzio Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro che da anni si occupa di ricerca marina della costa abruzzese ed effettua periodicamente monitoraggi costieri.

TRASPORTATA DALLE NAVI. Si tratta, dunque, di una microalga tossica non di origine mediterranea. Esse sono state trasportate e sono giunte nei nostri mari attraverso il traffico navale e le acque di sentina. A causa dell'effetto serra e dunque dell'innalzamento delle temperature sia dell'aria che del mare, sono riuscite ad adattarsi anche qui ed, a partire dal 2009, sono state ritrovate anche lungo le coste abruzzesi. Si presentano a fine estate quando la temperatura dell'acqua del mare permette loro di proliferare. La pericolosità di questa microalga è data dalla produzione di una particolare tossina che viene rilasciata mediante aerosol marino e, se inalato, manifesta sull'uomo febbre, faringiti, laringiti, tosse ed anche ferite cutanee i cui sintomi permangono e terminano nell'arco di 24-48 ore. "Questo è il primo fenomeno di intossicazione algale - continua la Ingarao - avvenuto finora nella nostra regione. Pur ritrovandole nelle acque, la loro concentrazione, per litro di acqua di mare, non è mai stata elevata da destare particolari preoccupazioni". Anche lungo le coste anconetane e baresi questa microalga è presenza dal 2006 e, al contrario, annualmente è fonte di chiusura delle spiagge per divieto di balneazione.

Redazione Independent