Spiagge, Acerbo (RC): «Piano Demaniale marittimo così non va»

La Regione prevede aumenti di cubatura sul litorale abruzzese, già al 90% cementificato, e che ridurranno la vista-mare

Spiagge, Acerbo (RC): «Piano Demaniale marittimo così non va»

QUESTA ESTATE NON CAMBIARE, NUOVA GIUNTA STESSO MARE. L'Abruzzo e il mare, cioè il suo petrolio, continuano ad essere una delle note più dolenti. Perchè? Semplice, non c'è rispetto. Non si garantisce uno sviluppo naturale del territorio e come dice Maurizio Acerbo «si continua a pensare a un bene comune come il demanio marittimo, alle nostre spiagge, soltanto in funzione dei balneatori». Tra gli obiettivi dichiarati del piano “il recupero e la tutela ambientale e lo sviluppo ecosostenibile nell’uso del demanio marittimo” (art.2) e le concrete previsioni si prevedono aumenti di cubatura su un litorale, quello abruzzese, già al 90% cementificato e occupato da strutture per gli usi più svariati. Al fianco dell'ex candidato governatore, questa mattina in conferenza stampa, c'erano Loredana Di Paola, WWF – Mare Libero Domenico Valente, Italia Nostra Pescara Anita Boccuccia, associazione Ville e palazzi dannunziani i quali annunciano battaglia in commissione ambiente. Ma cosa prevede il nuovo piano demaniale marittimo?

SPIAGGE LIBERE: L’attuale normativa prevede un preciso obbligo in capo ai comuni e cioè la riserva di almeno il 20% delle spiagge in concessione da destinare a spiaggia libera ( art. 5 comma 1 attuale PDM ).«La modifica elimina l’obbligo e introduce la facoltà per i Comuni che non dispongono del 20% di spiagge libere di recuperare tali aree dalle concessioni con fronte superiore a metri 100 (comma 1 bis): “ove ritenuto, potranno essere recuperati spazi”.

NUOVI VOLUMI: L’attuale normativa prevede un limite massimo per la superficie coperta di mq.250;La modifica prevede espressamente aumenti, in base al numero di abitanti, fino al 30% di tale superficie massima; esclude da tale computo le cabine spogliatoio che possono essere realizzate in deroga fino a mq 22,5. Nella città di Pescara, tanto per fare un esempio, l’aumento sarebbe in concreto del 30%. «Se si esamina la situazione esistente in città come Pescara o Vasto - spiega Acerbo - questo ulteriore incremento suscita anche il sospetto di celare una sanatoria di edificazioni abusive accertate e non demolite e comunque di una ulteriore e definitiva compromissione in termini naturalistici e paesaggistici del litorale».

LA QUESTIONE CONTROVERSA DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. «Con la scusa di assicurare nelle strutture balneari l’abbattimento delle barriere architettoniche - ribadisce Acerbo - si prevede la creazione di volumi e superfici coperte e pavimentate totalmente al di fuori degli standard massimi concessi, come detto già enormemente accresciuti. E ancora: ulteriori volumi in deroga sono previsti per la realizzazione di “locali tecnici“ di non precisata natura, inspiegabilmente esclusi dai quasi 300 mq già costruibili».

VISTA MARE: Anche sotto quest’aspetto sono previsti ulteriori limitazioni della vista mare. L’aumento è del 5% rispetto all’esistente per le concessioni con fronte mare superiore a mt 40, cioè a Pescara praticamente tutte. Viene inoltre scomputato il fronte occupato dalle cabine.

CORRIDOI TRA CONCESSIONI: lo spazio libero tra le attrezzature balneari di due concessioni contigue si riduce da 5 metri a 3. «Ricordiamo - continuano gli ambientalisti - che si tratta di una fascia non solo di visuale e di sicurezza ma anche di spiaggia “libera” dove di solito prendono il sole cittadini che non affittano ombrelloni».

SCATOLONI SULLA SPIAGGIA DA SETTEMBRE A GIUGNO: Il comma 17 bis prevede che gli stabilimenti potranno essere completamente circondati da “pannelli rigidi”, per di più utilizzabili a fini promozionali (diventando enormi cartelloni pubblicitari). 

Redazione Independent