Sopralluogo della Commissione parlamentare sul "caso" Bussi

Il processo in Corte d'Assise sulla megadiscarica dei veleni è finito nell'occhio del ciclone dopo l'articolo de Il Fatto Quotidiano sulle presunte pressioni ricevute dai giudici popolari

Sopralluogo della Commissione parlamentare sul "caso" Bussi

BUSSI SUL TIRINO, SOPRALLUOGO DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA. E' iniziata stamattina con la visita sull'area della megadiscarica dei veleni della Montedison la due giorni della Commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti presieduta dall'onorevole Alessandro Bratti (Pd). La Commissione di inchiesta parlamentare e' giunta in Val Pescara per acquisire materiale sulla vicenda relativa alla discarica e alle vicende processuali che lo scorso dicembre hanno portato all'assoluzione dei 19 imputati in Corte d'Assise a Chieti. A fare da cicerone, e a ricostruire l'intera storia della discarica, e' il generale del Corpo Forestale dello Stato Guido Conti, attualmente comandante del corpo in Umbria, che ha raccontato ai componenti della commissione come fu scoperta la discarica e le vicende successive. Nel pomeriggio la Commissione si spostera' a Pescara dove presso la Prefettura ascoltera' il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, l'assessore all'Ambiente, Mario Mazzocca, i due Pm titolari dell'inchiesta, Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli, un legale delle parti civili e un rappresentante di associazioni ambientaliste. Sul luogo del meeting presso la discarica oltre al comandante regionale del Cfs, Ciro Lungo, anche il sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta e il deputato Pd Antonio Castricone

BRATTI: LA NOSTRA ISTRUTTORIA NON FINIRA' OGGI".  Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, Alessandro Bratti, ha parlato anche del processo in Corte d'assise a Chieti e sulle denunce di eventuali pressioni sui giudici popolari della Corte d'Assise. Bratti. "La nostra istruttoria - ha spiegato l'esponente del Pd - non finira' oggi con il sopralluogo e le audizioni a Pescara ma acquisiremo anche altri aspetti tecnici quali le vicende della sentenza e le recenti denunce. Non entreremo mai in conflitto con l'inchiesta che sta conducendo la Procura di Campobasso, ma - ha confermato Bratti - siamo al corrente delle notizie in merito, e abbiamo gia' scritto al Csm per stabilire un contatto, visto che anche il Csm ha aperto un'istruttoria", 

PER LA BONIFICA 50 MILIONI. Al termine del meeting all'interno dell'area industriale di Bussi, oggi di proprieta' della Solvay, durante il quale l'azienda ha illustrato alla Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti lo stato attuale del sito industriale e la produzione corrente, il presidente Alessandro Bratti ha espresso il parere che in merito alla bonifica del sito e delle discariche "nel tempo ci sono stati fatti e cose che hanno rallentato l'intervento del settore pubblico. Contenziosi tra privati, procedure che non sono andate avanti in modo lineare, e ora la giustizia deve fare il suo percorso: lo Stato deve coordinarsi di piu'". Bratti si riferisce soprattutto alla tranche di 50 milioni di euro disponibili per la prima bonifica non ancora utilizzati, tra ministero dell'Ambiente e commissario ad acta Goio c'e' stato scarso dialogo, e questo non aiuta, ma e' anche vero che ci sono dei responsabili privati che devono assumersi la loro responsabilita'", ha concluso Bratti riferendosi ai rifiuti velenosi depositati nelle discariche tra gli anni '60-'70 in poi dalla Montedison.

Redazione Independent