Sevizie, stupri, botte e violenze di ogni genere: in cella marito "padrone"

Il racconto di una 39enne egiziana, madre di due bambini, fa scattare le manette ad un commerciante di frutta e verdura. Il racconto horror della vittima

Sevizie, stupri, botte e violenze di ogni genere: in cella marito "padrone"

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA. Sevizia la moglie egiziana per anni, la lega al letto, la costringe ad avere rapporti sessuali contro la sua volonta, la frusta col filo elettrico, le procura sofferenze scaricandole la corrente addosso, le spezza delle dita e botte a non finire per qualsiasi futilità. Addirittura le procura un aborto al decimo mese di gravidanza. A quel punto, è il mese di aprile di quest'anno, Lei decide che l'incubo deve avere fine e va a denunciare al Commissariato di Avezzano il compagno, l'uomo che aveva scelto di sposare. E così finisce in carcere A.M.R.M.E.D., 25 anni, residente nel capoluogo marsicano, commerciante di frutta e verdura, arrestato ieri sera dalla polizia con un carnet di accuse che vanno dalla violenza sessuale al sequestro di persona con sevizie, ai maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.

L'INCUBO DOPO IL MATRIMONIO. Gli episodi di violenza, come raccontato dalla donna agli agenti di polizia, risalgono già al 2010, cioè pochi giorni dopo che la coppia si era sposata. Durante uno dei primissimi litigi il marito rivela da subito la sua indole violenta procurandole la frattura del dito anulare della mano destra. Ma gli episodi di maltrattamento si ripetono e con comportamenti sempre violenti e spesso alimentati da non motivi ovvero da semplici opinioni personali che la donna cercava di esprimere. Il picco della follia non tarda a rivelarsi. Dopo l'ennesima discussione, nata per i soliti futili motivi, l'uomo decide che è il momento di passare, se possibile, alle maniere forti. Prima malmena la moglie frustandola con un filo elettrico, poi la lega con dello spago e la tiene immobilizzata così in camera da letto per circa tre ore. Non soddisfatto da quanto compiuto l’avrebbe addirittura seviziata con la con la corrente elettrica, utilizzando un filo elettrico collegato ad una presa di corrente, incurante delle urla della donna e del fatto che i figli bussassero alla porta della camera da letto, chiaramente spaventati, udendo le grida di dolore della madre.

L'ABORTO AL DECIMO MESE. Già in precedenza, comunque lo straniero aveva tenuto la coniuge segregata in casa impedendole di avere contatti con chiunque, abusando sessualmente di lei e costringendola a fare sesso contro la sua volontà. La donna, in sede di denuncia, ha anche dichiarato che, a seguito delle botte prese in una circostanza avvenuta nel mese di giugno di quest’anno, essendo incinta, alla decima settimana, avrebbe probabilmente perso un bambino, ma non aveva mai sporto alcuna denuncia né ha mai richiesto l’intervento delle forze di Polizia, al fine di per mantenere unita la famiglia sia pur tra mille difficoltà e sofferenze.

IN OSPEDALE SCATTA LA DENUNCIA. Ad aprile 2014 la vittima si convince a recarsi al pronto soccorso dove gli vengono diagnosticati ematomi vari causati da percosse. Altro episodio ed altro referto medico a giugno scorso di 21 giorni per ecchimosi da legature e lesioni da ustioni. Così scatta l'indagine della polizia del commissariato di Avezzano che ha portato all'arresto il 25enne egiziano. Durante la perquisizione gli agenti hanno sequestrato anche dei fili elettrici e gli spaghi di nylon probabilmente utilizzati per legare la donna.

IL TRASFERIMENTO IN UNA STRUTTURA PROTETTA. La donna, che si occupa, insieme al marito, di commercio di frutta e verdura, ha pure due bambini, maschi, di 5 e 3 anni, insieme ai quali è stata trasferita in una struttura protetta, gestita dal personale del Centro Antiviolenza della Croce Rossa di Avezzano

Redazione Independent