Sequestro scuola Sulmona, gli studenti: "Non vogliamo andare a Pratola"

Stamane i ragazzi che frequentano il De Nino-Morandi scenderanno in piazza per protestare contro la decisione della Provincia dell'Aquila

Sequestro scuola Sulmona, gli studenti: "Non vogliamo andare a Pratola"

DE NINO-MORANDI, GLI STUDENTI SCIOPERANO. Questa mattina si terrà a Sulmona uno sciopero degli studenti per manifestare dopo il sequestro attuato dalla Gdf nei giorni scorsi ai danni dell'istituto De Nino-Morandi, 'gravato' da un cantiere per l'adeguamento sismico i cui lavori sono risultati non a norma. Soprattutto si sciopererà contro la decisione della Provincia di trasferire le lezioni a Pratola Peligna.

PERCHE' IL CORTEO. Alla base del corteo, che partirà alle 10:30 da piazza Capograssi e si concluderà a piazza XX Settembre, ci sono le maggiori spese che ora i ragazzi dovranno sostenere per raggiungere la loro scuola, alle quali la Regione ha annunciato una compartecipazione. Il sindaco di Sulmona Giuseppe Ranalli ha espresso "grande contrarietà" alla decisione della Provincia "che appare eccessivamente frettolosa e che soprattutto non ha tenuto conto delle esigenze delle famiglie e dei ragazzi”. Ranalli aveva prospettato tre soluzioni che "sono state respinte inspiegabilmente dall'amministrazione provinciale: ho avuto l'impressione netta che tutto fosse stato già deciso, prescindendo dalla valutazione e dalla fattibilità delle soluzioni da noi avanzate. E' stata penalizzata ancora una volta un'intera città".

PANTALEO & CO.: “IL MORANDI NON SI TRASFORMI NELL’OVIDIO BIS”.  D'accordo con Ranalli sono i consiglieri comunali di minoranza Del Monaco, Di Benedetto, Di Piero, Pantaleo e Santilli, secondo i quali "prima di assumere, così sbrigativamente, una decisione palesemente mortificante per gli interessi degli studenti, del corpo docente e dell’economia cittadina, avrebbe dovuto essere esperito ogni utile tentativo mirato a consentire che le attività didattiche potessero proseguire nell’ambito della nostra Città. E' prioritario che gli Enti competenti definiscano in termini certi i tempi necessari per garantire che gli studenti, oggi “esuli”, possano rientrare nella loro scuola". L'opposizione chiede inoltre di evitare che la vicenda diventi la gemella di ciò che sta succedendo all’immobile del liceo classico Ovidio ”che, da ben 5 anni, continua a restare vuoto e inutilizzato".

Marco Sette