Sel e quella memoria da rimuovere

In un Paese contrario al Fascismo per Costituzione è forse esagerato concentrarsi sull’eliminazione del passato, anche se questo è stato doloroso

Sel e quella memoria da rimuovere

Ha scatenato polemiche anche in Abruzzo la proposta della presidente della Camera, Laura Boldrini, di cancellare la scritta “Mussolini Dux” dall’obelisco che sorge a Roma di fronte al Foro Italico. Il vicesindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente, afferma ad esempio che “la storia non va cancellata ma ricordata e spiegata in tutte le fasi, sia positive che negative: solo cosi si può avere chiarezza e giudicare”.

Dello stesso parere anche Nico Barone, coordinatore di CasaPound Lanciano, che ricorda polemicamente: “La Boldrini arriva seconda. Anche a Lanciano qualcuno voleva togliere i simboli di chi ha costruito e realizzato teatri, ospedali, case popolari, strade, monumenti, ville, opere e molto altro”. E conclude citando il discorso di Mussolini del 14 dicembre 1932: “Solo uomini arretrati e incolti possono illudersi che, demolendo le pietre, si cancelli la storia”.

Effettivamente appare eccessivo voler rimuovere scritte che servono più a mantenere viva la memoria, a mo’ di monito per le future generazioni, che non ad altro. Di sicuro ciò che colpisce, in questa vicenda, è come anche il centrosinistra, per la precisione il Pd, non abbia assolutamente appoggiato l’idea della Boldrini: “Non abbiamo bisogno di cancellare la nostra memoria”, ha tagliato corto il presidente dei Democrat Matteo Orfini.

A Pescara, città che può “vantare” diversi palazzi di realizzazione fascista (ad esempio il Comune, la Provincia e il Liceo Classico D’Annunzio), c’è stato un silenzio bipartisan, nel senso che gli esponenti sia di destra che di sinistra hanno preferito non intervenire sull’argomento. Tuttavia il partito di Laura Boldrini, cioè Sinistra Ecologia Libertà, ha confermato la sua posizione fortemente antifascista diramando, proprio da Pescara, una nota con cui si chiedeva al sindaco Marco Alessandrini di “coprire” i manifesti affissi da CasaPound nei giorni scorsi davanti alle scuole e inneggianti all’unica ‘buona scuola’, cioè quella della riforma attuata negli anni ’20 dal ministro fascista Gentile: “Ok che anche a noi di Sel non piace la riforma Renzi, quella della cosiddetta Buona Scuola, ma inneggiare alla riforma Gentile mi sembra davvero troppo”, ha detto la consigliera comunale Daniela Santroni.

Noi, sinceramente, pensiamo che in un Paese contrario al Fascismo per Costituzione sia forse esagerato concentrarsi sulla censura del passato, anche se questo è stato duro e doloroso. Sarebbe come chiedere ai tedeschi di far sparire la frase nazista “Il lavoro rende liberi”, o invitare qualsiasi Paese abbia subìto una dittatura a eliminare tutti i simboli del proprio regime. Il rischio di qualsiasi cosa non è mai garantito dagli oggetti inanimati, ma dalle persone.

Giuseppe Marfisi