"Scuola del Cuore" a Volterra. Una teramana, Renée Fabbiocchi, la fondatrice

Il centro educativo che si insedierà in un Atelier, ex laboratorio di alabastro in corso di ristrutturazione, accosterà i bambini e gli adulti all’universo della pittura

"Scuola del Cuore" a Volterra. Una teramana, Renée Fabbiocchi, la fondatrice

“SCUOLA DEL CUORE” A VOLTERRA. UNA TERAMANA, RENEE FABBIOCCHI, LA FONDATRICE. E’ prossima l’apertura di una “Scuola del Cuore” a Volterra, fervidamente voluta e ideata dalla pittrice teramana, Renee (all’anagrafe Rossella) Fabbiocchi, attualmente residente a Monaco ed impegnata da sempre a diffondere il sapere filosofico ed emotivo attraverso l’arte.
Il centro educativo che si insedierà in un Atelier, ex laboratorio di alabastro in corso di ristrutturazione, accosterà i bambini e gli adulti all’universo della pittura mediante tecniche e strumenti vicini alla rappresentatività delle proprie emozioni e delle meraviglie che accompagnano il percorso del genere umano. La città toscana di origini etrusche, luogo di straordinarie identità civiche e culturali e che suggerisce languide nostalgie, ospiterà il progetto dando vigore all’apprendimento di nuove metodologie di espressione, strette al cuore non alla materia. Adiacenti alla scuola spazi appartenenti allo stesso plesso nei quali si svilupperanno pratiche olistiche tra le quali yoga e ajurvedica, un Artshop ed un Artbar. “In tempi di crisi e di solitudine del dolore, aprire una finestra alla fantasia per scongiurare gli egoismi individuali e avvicinarsi all’energia che ci riconnette al cosmo è un’idea splendida quanto necessaria”, spiega l’artista Renee Fabbiocchi. “Si tratta di un impulso che vuole amplificare, accendere, chiarire e distinguere l’arte ed infuocare gli animi, soprattutto dinanzi ad un mondo malato che non ammette più di essere immensi e percettivi” prosegue l’eclettica ricercatrice teramana naturalizzata in Germania “per questo è doveroso rintracciare ed offrire opportunità di grandezza e di sogno”. L’iniziativa, unica nel suo genere, è destinata ad essere la prima in Italia e a conferire lustro e valorizzazione alla cultura, a divenire punto di incontro per artisti aperti al confronto, alla discussione, alla sperimentazione, a (ri)considerare audacemente i cervelli in fuga che decidono di rientrare nel nostro paese perché al nostro paese vogliono bene ancora.

Piera Ruffini