Rigante è stato giustiziato

Muriana sull'omicidio del'ultrà: «Congelate le prove a carico di Massimo Ciarelli». Ma il clima è ancora molto teso

Rigante è stato giustiziato

CONFERENZA STAMPA - Il capo della Squadra Mobile, Pierfrancesco Muriana, è visibilmente stanco dopo il tour de force a cui è stato costretto ad una settimana dal delitto. Il Questore Paolo Passamonti dice che non dorma da 48 ma che è soddisfatto per come gli inquirenti stanno portando avanti le indagini sul caso dell'omicidio di Domenico Rigante. «Sono felice che l'appello a collaborare è stato recepito da quasi tutte le persone che sapevano. Grazie a queste deposizioni - ha spiegato Piefrancesco Muriana commentando gli arresti avvenuti questa notte a Pescara - abbiamo potuto congelare il quadro probatorio a carico di Massimo Ciarelli e della banda che ha partecipato all'esecuzione del primo maggio». Ad ascoltare le parole del Primo dirigente, nella sala del reparto anticrimine della Questura, oltre ai giornalisti ed il sindaco di Pescara Mascia, ci sono anche il fratello gemello della vittima dell'omicidio, Antonio Rigante ed il padre Pasquale.

ARRESTATI QUATTRO COMPLICI - Quattro nomadi (tre fratelli ed un nipote), tutti appartenenti al clan Ciarelli sono stati sottoposti a fermo di polizia e portati nel carcere di San Donato, questa notte, perchè ritenuti responsabili, in concorso con Massimo Ciarelli, della spedizione punitiva del primo maggio in cui è stato ucciso a Pescara Domenico Rigante, 24 anni. I quattro - i fratelli Luigi (24), Angelo(23) e Antonio Ciarelli (23), cugini di Massimo Ciarelli, ed un nipote Domenico - si trovano in carcere, mentre un quinto uomo è soltanto ingagato. I presunti componeti della spedizione della morte sono in isolamento con il divieto di parlare tra loro e con gli altri detenuti. Per tutti l'accusa è di omicidio, tentato omicidio, porto abusivo di armi, violazione di domicilio e minaccia aggravata. «Sapevamo i loro nomi da una settimana ed erano sotto controllo da tempo. C'è stata un'accellerazione dell'attività giudiziaria questa notte perchè temevamo che potessero fuggire. Li abbiamo presi fuori casa», con queste parole il capo della Mobile di Pescara ha spiegato i motivi del fermo.

MURIANA: «ORA INIZIA LA BATTAGLIA GIUDIZIARIA» - Muriana si è soffermato anche sulle ultime dichiarazioni dei legali del principale indagato, Metta e Valentini, che si avviano ad escludere un coinvolgimento diretto del loro assistito, Massimo Ciarelli, quale esecutore materiale del colpo letale al fianco. «Il nostro lavoro è stato fatto - ha aggiunto Muriana - ora la palla passa alla Polizia scientifica. Se dovessero trovare tracce del Dna sulla scena del delitto, nell'appartamento in via Polacchi, allora non ci sarebbero possibilità per quelli che secondo noi facevano parte della spedizione punitiva la sera del primo maggio». 

APPELLO AD ABBASSARE I TONI - L'ultima parola è toccata al Questore Passamonti che ha rivolto un'appello alla cittadinanza ad abbassare i toni. Il clima, infatti, è ancora troppo teso. «Bisogna capire da che parte si vuole stare - ha detto Passamonti - la violenza e la vendetta non servono a nulla. Noi promettiamo tutto il nostro impegno per garantire l'ordine e la sicurezza in città».

Redazione Independent