Rifiuti Pescaresi: Chieti è pro?

Non si placa la polemica sulla "monnezza" nella discarica Casoni. Proroga per 5mila tonnellate fino al 31 dicembre

Rifiuti Pescaresi: Chieti è pro?

RIFIUTI PESCARESI: POLEMICHE! - Replica dell’Assessore alla Gestione, Raccolta e Smaltimento Rifiuti Urbani, Alessandro Bevilacqua, a seguito delle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti del Centro Sinistra teatino sulla gestione dell’impianto di Casoni. «Il Centro Sinistra - ha spiegato Bevilacqua - continua sulla strada della demonizzazione dell’avversario ma ottiene solo l’effetto contrario». Il riferimento è all'ultimo Consiglio comunale quando alcuni esponenti dell’Italia dei Valori hanno preso le distanze dai loro colleghi di Sinistra. «Giampiero Riccardo e Alessandro Marzoli - ha proseguito l'assessore - quando si indignano per la proroga concessa dalla Giunta a scaricare nella discarica di Casoni i rifiuti di Montagne Teramane (Mo.Te.) ignorano gravemente, o fingono di non sapere, che l’autorizzazione venne data quando a Palazzo d’Achille sedeva come Sindaco un esponente del Centro Sinistra».

5.000 TONNELLATE FINO AL 31/12- L'assessore Bevilacqua si è soffermato sul senso di responsabilità dell'amministrazione della Giunta Di Primio che ha deciso di concedere una proroga fino al 31 dicembre 2012 alla Mo.Te. per 5.000 tonnellate di rifiuti. «Una inezia che, peraltro, non incide sulla durata della discarica pari a circa 10 o 12 anni», questa la chiosa dell'assessore Bevilacqua. «La Giunta Di Primio sulla questione rifiuti - ha spiegato -  anziché piegarsi come fece il Centro Sinistra a tutti i diktat imposti dall’alto, ha dimostrato sempre la sua determinazione come, ad esempio, nella vicenda dei “rifiuti pescaresi” circostanza in cui grazie alla nostra ferma contrarietà si è scongiurato che confluissero nella discarica di Casoni circa 50.000 tonnellate di rifiuti di Pescara. Infine, se qualcuno ritiene che sulla vicenda rifiuti vi sia poca trasparenza e sospetta l’esistenza di chissà quali gravi atti, può serenamente, pacatamente rivolgersi alla Procura della Repubblica.».

Redazione Independent