Quando il direttore di un giornale perde la pazienza

Il nostro Abruzzo è diventato una delle regioni piu' povere d'Italia. La situazione della nostra terra è grave, ne parlano tutti i giornali: che cosa bisogna fare? Da dove ripartire?

Quando il direttore di un giornale perde la pazienza

QUANDO IL DIRETTORE DI UN GIORNALE PERDE LA PAZIENZA. Qualche volta il giornalista che lavora all'estero non riesce a vedere chiaramente che cosa succede nella sua patria lontana. Personalmente ho fatto notare al direttore che si dovrebbe fare qualcosa in Abruzzo, che e' ormai diventata una delle piu' povere regioni italiane. "Provaci tu", mi ha risposto il chief. "Noi qui sono tre anni che ci stiamo appresso". E' un modo cortese per dirti: vediamo che cosa riuscirai  a fare tu. Ogni tanto il giornalista ha bisogno di frustate verbali. Ebbene non ho medicine miracolose per ridare alla nostra regione il fulgore che ha avuto nel passato. Mi permetto allora di affrontare un problema alla volta. Per primo il turismo. E' lapalissiano che l'Abruzzo ha a sua disposizione l'Adriatico e le stupende spiagge da Vasto a Tortoreto Lido. Ora con un viaggetto di una sessantina di minuti, ecco lo stupendo Gran Sasso, Campo Imperatore e perfino Campotosto. Neve abbaondante, magnifici hotel, cucina prelibata, gente preparata. Facciamo abbastanza per valorizzare tutto questo? La risposta,purtroppo, e' no. E purtroppo il risultato finanziario e' povero. Cortina, di contro, riesce ad incassare tre miliardi. Il nostro turismo non decolla, nonostante le enormi potenzialita'. Sulle spiagge abruzzesi i turisti non sono visibili come lo sono per esempio a Rimini. Le spiagge emiliane sono migliori delle nostre? No, pero' sono organizzate a dovere: cibo sotto l'ombrellone, il giovane che chiede spesso se desiderate una bibita. Casotti comodi per la siesta pomeridiana. Ristoranti che mandano ragazze in giro per chiedere se il  turista desidera un piatto particolare per la sera. Cinema all'aperto e organizzazioni che hanno cura dei bimbi quando i genitori sono fuori per fare due passi. Gli americani vanno pazzi per la zona delle spiagge emiliane e ritornano ogni anno, lasciando un miliardo e mezzo di dollari. Organizzazione, insomma. E responsabilita' assoluta. E preparazione. E cortesia innata. Spesso ricevo pugnalte all schiena quando un americano mi racconta che in Abruzzo (lu paese de lu patre mie) ci hanno trattato come vecchie ciabatte. Cari lettori, sono nato e cresciuto in Abruzzo, e prima di lasciare casa mia ne o visto di brutte, ho ricordi che fanno male ricordare. Accettiamo la verita' o...anneghiamo. E' solo il primo, breve appunto, sul nostro turismo. Sentiamo i lettori che cosa hanno da dire.

Benny Manocchia (USA)