Punto nascite Sulmona, continua l'occupazione del Comune

Il capogruppo di Forza Italia Luigi La Civita, promotore della protesta, non molla. Intanto ieri si è fatto vedere il presidente del consiglio regionale Di Pangrazio

Punto nascite Sulmona, continua l'occupazione del Comune

E LORO NON VOGLIONO MOLLARE. Terza giornata di occupazione del Comune di Sulmona, con un solo pensiero: "Salviamo il punto nascite". Il capogruppo comunale di Forza Italia Luigi La Civita, infatti, ha promosso questa protesta per invitare tutti i cittadini a una forte mobilitazione, ricordando al presidente della Regione Luciano D'Alfonso che "il centro Abruzzo non si piega davanti ad un decreto del tutto irrazionale e contraddittorio. Vogliamo che la politica torni a governare i territori non subendo fintamente l'operato di commissioni speciali".

La Civita ha espresso il desiderio di "veder uscire allo scoperto, qui e senza paura, anche i miei colleghi della maggioranza: l'unico che ci è stato vicino e' stato Valerio Giannandrea". In realtà anche il sindaco Peppino Ranalli si è affacciato a Palazzo San Francesco, ringraziando la minoranza di averlo affiancato nella battaglia per non far chiudere il punto nascite.

RIPENSIAMO IL TERRITORIO. Intanto il movimento "Ripensiamo il territorio" commenta quanto sta succedendo dichiarando: "Si dia respiro strategico. Il salto di qualità generale, strategico e di Governo delle situazioni come massa critica che non sia solo e sempre "Sulmona" ma tutto il Centro Abruzzo, si chiama Coesione Territoriale. Si faccia al più presto il Parlamento del Territorio con la partecipazione di tutte le amministrazioni e si cominci a progettare il futuro di tutto il Centro Abruzzo".

ARRIVA DI PANGRAZIO. E mentre ieri pomeriggio è arrivato, per una visita lampo, il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, è stato comunicato che per domani è attesa una riunione con l'assessore alla sanità Silvio Paolucci. Qualcosa, forse, si sta muovendo. Ma La Civita sembra essere come San Tommaso: finchè non vede, non crede.

Carolina Mattucci