Popolo di Tuttologi

Oltre ad essere un popolo di Santi, poeti e naviganti, noi italiani ultimamente siamo diventati anche un popolo di economisti

Popolo di Tuttologi

POPOLO DI TUTTOLOGI. Oltre ad essere un popolo di santi, poeti e naviganti, noi italiani ultimamente siamo diventati anche un popolo di economisti. Chi non sa cos'è il PIL, lo spread, il quantitative easing, il fiscal compact etc. etc.? O per lo meno crediamo di saperlo. Basta che accendi la TV che immancabilmente capiti su un talk-show ( e vai con gli anglicismi), per imbatterti in commentatori, politici e giornalisti che ti spiegano con grande arguzia per filo e per segno perché e per come per l'Italia sarà una déblacle (scusate il francesismo) economico/finanziaria. Ed inutile cambiare canale perché puntualmente ti imbatti in una trasmissione dove gli stessi soggetti continuano a sproloquiare di economia, salvo poi a sbagliare puntualmente e clamorosamente le previsioni. Ma non sono loro che sbagliano: i mercati, gli speculatori, gli investitori istituzionali che non si comportano secondo il loro outlook (bello questo termine anglosassone). Insomma se l'Italia non viene declassata e i nostri titoli pubblici non sono ancora spazzatura la colpa è delle agenzie di rating (aridai con l’Inglese) come per esempio l’agenzia Fitch che ci conferma ancora a BBB e non ci fa scendere che so a BB, o B, oppure a CCC (qualsiasi cosa significhino queste sigle), com'è negli auspici degli economisti de noantri. Insomma come non dar ragione a John Kenneth Galbraith, secondo cui "la sola funzione delle previsioni in campo economico è quella di rendere persino l’astrologia un po’ più rispettabile".

Foto: l'opera L.O.V.E. di Maurizio Cattelan (Piazza degli Affari-Milano)

 Clemente Manzo