A "piedi nudi" per le operaie

Omsa chiude due reparti a Basciano e manda in cassa integrazione 40 lavoratrici. Ombre sul futuro dell'azienda

A "piedi nudi" per le operaie

BASTA COSI' POCO? - Cassa integrazione per 40 dipendenti, contratto di solidarietà e incentivi alla mobilità volontaria ma l’azienda conferma la sua volontà di rimanere e definisce Basciano «punto strategico del gruppo». La Regione Abruzzo e la Provincia di Teramo sono soddisfatte per il risultato conseguito nella trattativa con i vertici della Omsa. Sono state anche attivate misure a favore della formazione continua e gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici allontanate dall'azienda. Ma sarà veramente il caso di esultare? 

LA BASE DELL'ACCORDO - Un tavolo istituzionale, presieduto dal presidente della Provincia di Teramo Catarra, al quale hanno preso parte l’assessore regionale al Lavoro, Paolo Gatti, gli assessori provinciali Eva Guardiani e Ezio Vannucci, il sindaco di Basciano, Paolo Paolini e al termine del quale i sindacati e i rappresentanti aziendali della Golden Lady hanno chiuso un accordo per la chiusura di due reparti nello stabilimento di Basciano e per la riorganizzazione produttiva del sito aziendale. Pur ribadendo il peso e la portata delle difficoltà congiunturali, l’azienda, rappresentata dal responsabile nazionale delle risorse umane, Federico Destro accompagnato da Carlo Scorranese dello stabilimento di Basciano, ha confermato la volontà di continuare a lavorare nella nostra provincia «riaffermando che il sito produttivo resta un punto strategicio del Gruppo ma che tuttavia il persguimento di tale obiettivo passa per una rivisitazione di alcuni aspetti dell’organizzazione produttiva».  

LE PAROLE DI CATARRA - «Si tratta di un risultato particolarmente significativo, frutto della qualità delle relazioni industriali grazie all’impegno congiunto di sindacati e istituzioni e del lavoro svolto dagli uffici – ha fatto rilevare il Presidente  Dall’inizio di questa vertenza i numeri degli esuberi si sono dimezzati. Noi faremo la nostra parte e possiamo costruire un percorso insieme alla Regione per sostenere un polo industriale che continua ad impegnare oltre 400 persone in uno dei settori, il tessibile, che più ha risentito della crisi del manifatturiero»

LA PROTESTA SUL WEB - Le lavoratrici, mandate in cassa integrazione dall'azienda Golden Lady, hanno organizzato un tam tam su internet, in particolare su facebook, per boicottare i prodotti dell'azienda Omsa. L'accusa è sempre la stessa: «Voi delocalizzate la produzione all'estero e ci licenaziate? Bene! Allora noi vi boicottiamo ed invitiamo tutte le donne a seguire il nostro esempio». Nella pagina

Red. Independent