Pazienti in fuga da Teramo

Costano 67milioni di euro i pazienti che decidono di rivolgersi alle strutture sanitarie di altre regioni

Pazienti in fuga da Teramo

SFIDUCIA VERSO LA SANITA'- Non fanno certo sorridere, come invece vorrebbe far credere il Governatore e Commissario della Sanità Gianni Chiodi, i dati sulla mobilità passiva.  Ma cos'è significa mobilità passiva? Sono i numeri che si riferiscono a quei cittadini, che per curarsi o fare un accertamento sanitario, decidono di rivolgersi a strutture al di fuori delle Abruzzo. Nel 2010 questo dato ha inciso sulla spesa sanitaria regionale (circa 2miliardi e mezzo di euro) per il 2,7 per cento. Un dato negativo che è inferiore rispetto alla spesa sostenuta per il personale (31 per cento sul totale del debito complessivo), e meno della spesa farmaceutica (17 per cento). Calcoli alla mano la spesa per la mobilità passiva è stata, nel 2010, pari a 167 milioni di euro.

PAZIENTI IN FUGA DA TERAMO - Nella statistica si rileva che i pazienti abruzzesi hanno preferito rivolgersi alle strutture sanitare delle Marche, Lazio ed Emilia Romagna piuttosto che farsi curare in casa. C'è anche da dire che si è verificata una una mobilità attiva (pazienti che da altre regioni si sono fatti curare in Abruzzo) per un credito pari a 100 milioni euro. In questo caso si tratta di pazienti che essenzialmente provengono dal Lazio, dal Molise e dalla Puglia. Il differenziale tra la mobilità attiva e quella passiva presenta un saldo negativo pari a 67 milioni di euro. Pesa sul flusso il dato espresso dalla Asl di Teramo (qui Ii Governatore gioca in casa), con un saldo negativo di 44 milioni di euro, mentre la Asl Avezzano-Sulmona-Aquila addirittura ha registrato un saldo positivo del fluesso di mobilità pari a 4 milioni di euro.