Operazione antibracconaggio nel Parco Gran Sasso-Laga

Rinvenuti nel teramano alcuni mezzi di cattura illegali per la fauna selvatica. L'Ente Parco ha rivolto un plauso al Cfs

Operazione antibracconaggio nel Parco Gran Sasso-Laga

TROVATI MEZZI DI CATTURA ILLEGALI. Il personale del Comando Stazione di Rocca S. Maria, dipendente dal Coordinamento Territoriale per l'Ambiente del Corpo Forestale dello Stato per il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, durante i normali servizi di controllo del territorio, ha rinvenuto in localita' Settefonti di Valle Castellana, all'interno dell'area protetta, alcuni mezzi di cattura illegali per la fauna selvatica.

IL CORPO FORESTALE SEQUESTRA TUTTO. Gli strumenti, costituiti nel caso specifico da lacci in acciaio della lunghezza di circa due metri, sono stati trovati legati ad alberi e posizionati ben nascosti tra la boscaglia lungo sentieri frequentati da fauna selvatica protetta, in modo da intrappolare i selvatici al loro passaggio. Del fatto e' stata interessata l'Autorita' Giudiziaria, che ha autorizzato e convalidato il sequestro. Sono in corso le indagini per l'individuazione dei responsabili.

L'ENTE PARCO RINGRAZIA. Un plauso all'operazione condotta dai Forestali e' giunto dalla Direzione dell'Ente, che si e' detta "grata della rigorosa e costante opera di sorveglianza e di prevenzione dei reati contro l'ambiente assicurata. Non soltanto, infatti, i lacci sono illegali, ma sono anche tra gli strumenti piu' efferati e crudeli tra quelli usati dai bracconieri".

La sentinella ambientale