Operazione "Vivo all'Estero", accertata maxi-truffa all'Inps da oltre un milione

Oltre due anni di indagini per scoprire il trucco di 31 abruzzesi che percepivano assegni previdenziali da 450 euro al mese in maniera illecita

Operazione "Vivo all'Estero", accertata maxi-truffa all'Inps da oltre un milione

OPERAZIONE “VIVO ALL’ESTERO”. ACCERTATA MAXI TRUFFA AI DANNI DELL’INPS PER OLTRE UN MILIONE DI EURO. Nonostante fossero di fatto residenti all’estero percepivano l’assegno sociale erogato dall’Inps (circa € 450,00 al mese per tredici mensilità), provvidenza, questa, spettante solo ai residenti.

La Compagnia della Guardia di Finanza di Sulmona, con l’operazione “Vivo all’estero”, dopo oltre due anni di indagini e l’attento vaglio di circa 3.500 posizioni, ha scoperto, grazie anche alla proficua collaborazione fornita dall’INPS, nr. 31 soggetti percettori di trattamenti assistenziali non spettanti per oltre un milione di euro. I responsabili sono stati tutti deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa (art. 640 bis c.p.).  

Grazie alle investigazioni svolte dalle Fiamme Gialle, l’INPS ha immediatamente sospeso le erogazioni non dovute, avviando contestualmente il recupero delle somme già elargite, mentre l’Autorità Giudiziaria inquirente ha sottoposto a sequestro l’intero ammontare della truffa accertata nei confronti dei singoli responsabili, risultati per lo più essere domiciliati in Paesi del Sud America e dell’Europa dell’Est.

Tra i casi più eclatanti, quello di un pensionato, fittiziamente residente in un Comune della valle peligna che oltre all’assegno sociale è risultato  percipiente di indennità di accompagnamento per un totale di oltre 80.000 euro; è stata poi scoperta una coppia di coniugi che, sebbene regolarmente iscritti all’anagrafe di un Comune peligno, risultavano essersi trasferiti, dopo aver contratto matrimonio, in uno Stato sudamericano continuando tuttavia a percepire l’assegno sociale per complessivi 100.000,00 euro; e ancora il caso di un’anziana vedova, di genitori italiani, che nonostante risiedesse in Sudamerica, percepiva dagli anni ’90 il sussidio dell’INPS incassato dalla nipote residente in Italia; vi è poi il caso di un soggetto deceduto, dimorante in vita in Sudamerica, sul cui conto corrente continuavano, anche dopo la sua morte, ad essere versati gli assegni sociali incassati dai parenti residenti.    

L’azione di servizio della Guardia di Finanza ha consentito di neutralizzare un grave fenomeno lesivo degli interessi pubblici sottesi all’erogazione dei c.d. assegni sociali che vengono corrisposti dall’INPS solo a determinate condizioni ossia ai:

  • Ø cittadini italiani, comunitari, (iscritti all’anagrafe del comune di residenza);
  • extracomunitari, rifugiati politici ed apolidi (titolari di permesso di soggiorno) che siano effettivamente ed abitualmente residenti in Italia e che vi abbiano soggiornato legalmente ed in via continuativa per almeno dieci anni,

che abbiano compiuto 65 anni e si trovino in condizioni economiche disagiate.

L’attività di servizio svolta dalle Fiamme Gialle nel contrasto alle frodi alla spesa previdenziale è finalizzata a garantire che le risorse pubbliche siano effettivamente destinate al sostegno delle fasce più deboli della collettività.

Redazione Independent