Omicidio Yara, Alfano e Mass Media: garantisti o giustizialisti?

Il Ministro annuncia in conferenza stampa l'arresto dell'assassino della piccola di Brembate di Sotto dimenticandosi, però, che in Italia vige il principio della presunzione d'innocenza

Omicidio Yara, Alfano e Mass Media: garantisti o giustizialisti?

ALFANO E MASS MEDIA: GARANTISTI O GIUSTIZIALISTI? La prova che in Italia il garantismo è a senso unico ce la fornisce l'arresto del muratore Massimo Giuseppe Bossetti il cui DNA sembra compatibile con quello trovato sugli indumenti della piccola Yara. La foto del presunto killer della tredicenne è finita sulla stampa ed in TV che hanno così potuto dare in pasto all'opinione pubblica il "mostro" di turno. Il ministro Alfano, davanti alle telecamere ha annunciato tutto gongolante che è stato "individuato l'assassino di Yara ": non un presunto assassino, ma semplicemente l'assassino, dimenticandosi di essere famoso per la sua professione di fede garantista proclamata urbi et orbi
fino alla nausea e dimenticandosi perfino dei suoi studi giuridici che gli avrebbero dovuto consigliare un minimo di prudenza. Certamente la situazione è diversa, ma colpisce il fatto che quando sotto accusa finisce un politico, i rappresentanti dei partiti e i mass media ci ricordano fino alla nausea il principio, sancito dalla Costituzione, della presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio che spesso però si conclude con la prescrizione. Ora che in carcere è finito Bossetti con la pesante accusa di aver assassinato Yara Gambirasio, il garantismo non vale più perché, come ha ineffabilmente dichiarato il capo del Viminale "l'opinione pubblica aveva il diritto di sapere per essere rassicurata". La conclusione è che gran parte della stampa e dei mass media sono diventati improvvisamente giustizialisti come il vice direttore de "Il fatto quotidiano" da sempre bollato come
un "manettaro".

ANCHE LA MADRE DI BOSSETTI VITTIMA DEI MASS MEDIA. Ma il can can mediatico, dopo aver trovato l'orco da dare in pasto alla pubblica opinione ansiosa di giustizia sommaria, non si è fermato ed è andato oltre devastando cinicamente la privacy di Ester Arzuffi, madre del presunto assassino e
di suo marito Giovanni Bossetti rivelando al mondo intero che dal test genetico risulterebbe che il padre che l'ha concepito non si chiama Bossetti. In questa triste vicenda all'omicidio della piccola Yara si intrecciano drammi familiari e amori clandestini venuti alla luce dopo 44 anni quando Massimo Giuseppe Bossetti e sua sorella vengono a sapere di non essere figli legittimi di Giovanni Bossetti ma di Gaurinoni un tassista morto nel 1999. Come in una riuscita soap opera all'italiana ricca di colpi di scena e di relazioni clandestine con vittime e carnefici, gli ingredienti ci sono tutti con la differenza che le vittime sono  reali come Yara, Ester Arzuffi, suo marito, la sorella di Massimo Bosseti sua moglie e i suoi figli. Anche i carnefici sono reali e tra questi figura anche la libera stampa italiana.

Clemente Manzo