Odor di Pescara

Come una città perde il suo fascino per colpa dela puzza

Odor di Pescara

ODOR DI PESCARA. E' sabato pomeriggio, tardo pomeriggio sono finalmente a Pescara, fino a questo momento il mio legame con questo posto è stato vissuto tra collaborazioni e immagini bidimensionali cariche di suggestioni, di eventi e di racconti. Ora sono dentro a quella bidimensionalità e passeggio dentro quelle immagini, posso sorprendermi per la quantità di palme che si alternano alle luci di un lungomare non troppo affollato, accarezzare l'acqua della fontana nave di Cascella e proseguire staccandomi da terra e guardando dall'alto barche e pescherecci che riposano sotto il Ponte del Mare. Vedo ora come l'arte urbana abbia preso possesso delle aree di sosta avvolgendola di colori che fanno il loro intervento tra un pilastro e l'altro, sembra una storia astratta quella che si presenta passandoci in macchina. E' un luogo con una personalità al mio sguardo è vibrante e forte. Mi lascio condurre nel centro, attraverso le vie dai mattoni irregolari ed è ora di cena, seduta all'interno di un piacevole ristorante quella gradevole immagine percepita come gradevole ai miei occhi diventa molesta al mio olfatto. Anche il mio cane arriccia il naso per capire la provenienza e la causa di tale odore. Uno sgradevole odore è di per sé fastidioso, mentre si sta cenando supera il limite del tedioso. Il primo pensiero è che sia temporaneo e prima o poi il vento lo disperderà altrove, qualora non fosse così, sono comunque di passaggio, una sorta di turista, posso tranquillamente pazientare senza procurare disagio con inutili domande. Fortunatamente mi viene data la spiegazione di tale sgradevolissimo aroma: è l'odore proveniente dei sansifici. Quell'odore che si sta aggrappando alle mie narici con la prepotenza e la ferocia di un pitbull molto convinto proviene dalla combustione degli scarti della lavorazione delle olive. Chi avrebbe mai pensato che le olive potessero puzzare tanto anche senza essere state prima digerite! Quella bidimensionalità lentamente si sgretola, pixel dopo pixel, come una donna ben vestita e ben truccata che da lontano appare attraente e lo diventa sempre meno ad ogni passo che riduce la distanza. Quel mare che rispecchiava le curve delle nuvole increspandole appena e si appropriava dei colori del cielo non invita a togliersi le scarpe per lasciare che le onde ti accarezzino i piedi, figuriamoci se sia possibile avere abbastanza entusiasmo per nuotarci. Non che la parte più settentrionale dell'Adriatico nella quale sono nata offra di meglio, anzi ad ogni temporale le fogne vengono aperte verso il mare per non allagare il centro. Non conosco in modo dettagliato in che modo vengono attuate politiche sul turismo a Pescara o se addirittura ne esistano. Perché quella vibrante forza che Pescara aveva e ha ai miei occhi sembra sprofondare in un aroma atto ad ospitare la sagra della scoreggia, ed anche in quel caso sarebbe difficile battere un sansificio.

 

Nomino O.