«Non c'è prova delle tangenti»

Il difensore di Del Turco, presente in Aula, chiede l'assoluzione per totale mancanza di prove. La procura ha chiesto 12 anni

«Non c'è prova delle tangenti»

AL SANITOPOLI LE CONCLUSIONI DI CAIAZZA (DIFESA DI DEL TURCO). «La procura di Pescara, due magistrati di livello (Ndr, Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli) ci accusano convinti fino all'ultimo, o meglio, accusano il mio assistito di avere intascato quasi 6 milioni di euro di tangenti da Angelini di cui non si è trovata traccia. Condanniamo una persona che ha avuto ed ha una vita sobria quasi leggendaria. E' una cosa che ci dispiace molto. Essere coinvolti in un fenomeno corruttivo di enormi dimensioni ci mortifica. Ma noi la nostra pena l'abbiamo già subita, signor Presidente. Le nostre vite sono state stravolte da quando è esplosa questa bomba. Abbiamo navigato a vista. Abbiamo cercato di difenderci dalla mole di accuse assurde che ci sono piombate addosso da uno scienziato della calunnia (Ndr, Angelini). Abbiamo fatto uno sforzo enorme per farvi vedere come era la nostra vita. Abbiamo fatto uno sforzo duro ma la verità è negli atti del processo. Quell'Ottaviano Del Turco, che per sessant'anni è stato un esempio morale per l'Abruzzo, è la stessa persona». Queste la conclusione ddi Giandomenico Caiazza che ha chiesto l'assoluzione al termine di un'arringa durata circa 12 ore perchè il fatto non sussiste per l'ex governatore di Regione, Ottaviano Del Turco.

Redazione Independent