«Non c'è accusa più infamante di quella di fare la cresta sui rimborsi»

Il governatore si difende dallo scandalo Rimborsopoli. Sulle nomine alle pari opportunità: «La mia vita privata non ha influito sulla mia attività»

«Non c'è accusa più infamante di quella di fare la cresta sui rimborsi»

«Io voglio chiarire subito che gli aspetti personali hanno diritto di essere chiariti ai cittadini se hanno riflessi sulla cosa pubblica. Io forse ho fatto un errore. Ho peccato di ingenuità. Ma io di questi aspetti non mi sono sottratto. E questi aspetti non hanno influito sulla mia attività. Io mi riferisco alla nomina della consigliera di parità. Sono contento che la procura abbia aperto un fascicolo. Perchè quello che dirà la procura farà stato: commissioni, curriculum, proposte...etc.». Così il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi ha spiegato ai giornalisti la sua posizione nell'ambito dell'inchiesta Rimborsopoli, che vede indagate 25 persone, tra consiglieri e assessori regionali. 

Chiodi ha anche spiegato di avere parlato in questi giorni con Berlusconi e di non avere alcun dubbio sulla sua candidatura col centrodestra per le prossime elezioni del 25 maggio.

Redazione Independent