Non c'è Pace per Chiodi

L'ex Governatore Giovanni lo paragona al "Mago Zurlì". La questione è il quarto lotto (fantasma) della Teramo-Mare

Non c'è Pace per Chiodi

GIOVANNI NON VIENE IN PACE - Il fatto che uno come Giovanni Pace, ex governatore di centrodestra, critichi l'operato di un suo successore della medesima parte politica (l'attuale presidente della Regione Gianni Chiodi), non può lasciarci indifferenti. Tanto più se si considera che Pace viene riconosciuto, anche dai suoi (ex) avversari, come una persona molto signorile, che è uscita dalla scena politica senza far rumore, e che da un po' di tempo si sta dedicando alle vicende abruzzesi con un occhio da "padre nobile", da "osservatore". Merito anche del suo sito Lettereabruzzesi.org. E stavolta la lettera il buon Pace l'ha indirizzata proprio al Governator, chiedendogli: «Il cantiere del quarto lotto della Teramo-Mare si apre o no?». Tra i due non corre buon sangue, e stavolta Giovanni si è sentito chiamato in causa perchè, dopo che il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini aveva sollevato il problema, Chiodi aveva risposto: «La colpa è dei governi che mi hanno preceduto». Dunque anche della Giunta Pace.

LETTERE DA UN GOVERNATORE ALL'ALTRO - Ma il teatino non ci sta e, dopo aver preso penna e calamaio (ops, computer), ribatte: «Mio caro, stimato presidente e amico, tu sei persona perbene e puoi accertare se Ruffini afferma il vero denunciando la inesistenza di quel cantiere, o il falso negando un fervore di attività costruttiva. Io, che non mi piace assistere a inutili (stavo per dire stupidi) litigi, sono andato a fare un sopralluogo e, a meno che non abbia sbagliato Regione, ho visto solo il mare d’erba. Allora, se è così, Ruffini ha ragione, fa bene a sollevare il problema, a stimolare iniziative concrete per la crescita del territorio: questo, d’altronde, è il motivo nobile per cui un signore decide di abbandonare antichi mestieri per impegnarsi in quello di consigliere con il ruolo dell’opposizione, importante e prezioso quanto mai, come tu e io sappiamo perché all’opposizione ci siamo stati dignitosamente, come oggi Ruffini. O no? Se, come affermi tramite il portavoce, Ruffini cade dalle nuvole avanzando le richieste in commento, ti assicuro che lo accompagnano nel volo tantissimi, che ogni giorno si pongono la stessa domanda, così come si chiedono: possibile che la colpa sia sempre degli altri? E, a tutto concedere, dalle “secche” chi ci deve portare fuori, il mago Zurli o Gianni Chiodi, che si avvia a celebrare il quarto (quasi) anno di mandato, iniziato con le più nobili intenzioni?».

«BASTA CON IL DARE LA COLPA AGLI ALTRI» - «Parlavi del porto di Ortona, del “solido collegamento con Roma”, delle aree interne e, ancora tre anni fa, hai trovato la giusta enfasi per la Teramo Mare - dice ancora Pace a Chiodi - Se i motivi impedenti la realizzazione della strada - per la quale risorse, secondo me esistono, ma bisogna attivarle - sono le situazioni che tu ben conoscevi, avresti dovuto evitare impegni in quel senso. La passione e l’entusiasmo possono aver avuto il loro ruolo e tutto si può comprendere; ma se le proposte elettorali devono oggi essere modificate, lo si dica, altrimenti il cittadino continuerà a credere nella realizzazione di quelle opere, utili e attese da anni. È dunque, il caso di finirla con l’agitar del “la colpa è degli altri” e di dire la verità - le verità - agli abruzzesi anche in ordine al destino del tratto finale della Teramo-Mare. Si apre il cantiere? O perché no?».

Federico Di Sante