No Silvio, No Party

Alfano non "scalda i cuori" dei fan del Cavaliere: «Monti è l'Epifania». Curioso siparietto Chiodi/PiazzaPulita

No Silvio, No Party

NO SILVIO, NO PARTY. Chissà cosa sarebbe successo se questa mattina, al posto del pacato Angelino Alfano, fosse arrivato a Pescara colui che inizialmente era stato annunciato: Silvio Berlusconi. E invece no, è toccato al segretario del Pdl tenere all'auditorium Petruzzi una (interessante, bisogna dirlo) disquisizione sulla politica di destra e di sinistra. Certo, con il Cavaliere sarebbe stata tutta un'altra musica, ma di questi tempi tocca accontentarsi. Alfano ha ricordato le «tantissime cose» realizzate dal centrodestra fino al «tradimento di Fini», che ha «bloccato la nostra azione di governo». E, parlando di Fini, ha rimarcato che l'attuale leader di Fli non ha lasciato il posto di presidente della Camera dei Deputati, nonostante una promessa in tal senso: «Non ci è proprio riuscito a scollarsi».



ALFANO: «MONTI COME L'EPIFANIA». Ma il grande bersaglio di Alfano è stato Mario Monti, paragonato alla «epifania, intesa come 'manifestarsi sulla terra del salvatore'. Monti doveva, con logica epifanica, manifestarsi sulla terra per salvare l'Italia. Affinchè l'atterraggio fosse mordido, come prima cosa è diventato senatore a vita, con la controfirma di quel galantuomo di Berlusconi, che era ancora presidente del Consiglio. Ma non chiedete a Berlusconi», ha ironizzato Alfano, «se ora lo rifarebbe». Il premier uscente «è arrivato con il 100% del consenso dei leader del mondo, il 100% delle Cancellerie internazionali ed europee, il 100% dei giornali e telegiornali e pure la copertina di Times, l'80% delle forze parlamentari e il turbo nel motore, cioè con il potere di fare decreti in ogni momento. Si è dimesso dopo che io gli ha fatto notare, in Parlamento, che il suo governo è nato perchè le cose dovevano andare meglio e sono andate peggio».

RAZZI E LE TELECAMERE DI PIAZZA PULITA. Che quella di oggi fosse un'occasione importante lo si è capito anche dalla presenza delle telecamere di Mediaset e Sky Tg24. Tuttavia la nostra attenzione è stata richiamata da due giovani (giornalista e cameraman) con la barbetta: il giornalista, in particolare, ha incalzato un po' tutti i big del Pdl presenti. Da Antonio Razzi, che chiacchierava con il "delocalizzatore" Luigi Mascia, all'on. Paola Pelino, fino a Gianni Chiodi: il "governator", interpellato sulla questione delle liste, si è un po' inalberato ma ha risposto con prontezza alle domande. E a proposito di domande, in merito ai criteri di incandidabilità, Alfano ha affermato: «Noi non faremo mai scrivere le liste ai Pm. La nostra linea è garantista e ci ha indotto a non candidare alcuni e a candidare altri. Troppe sono nel nostro Paese le ingiustizie consumate dai magistrati che hanno chiesto l'arresto di persone poi dimostratesi innocenti. Anche un presidente del Consiglio in carica fu indagato, cadde da presidente del Consiglio e poi fu assolto: si chiamava Silvio Berlusconi».



L'INCONTRO CON MIMMO GROSSO. Poco prima di entrare in sala, 'AngelinoJolie' è stato avvicinato anche da Mimmo Grosso, che in rappresentanza della marineria pescarese gli ha consegnato una lettera per sensibilizzarlo sui problemi che i pescatori stanno vivendo ormai da troppi mesi. «Ne avete già parlato con il presidente Chiodi?», ha chiesto Alfano. «Sì», è stata la risposta di Grosso. Nel finale baci e abbracci con tutti i sostenitori pidiellini, poi due interviste esclusive (a TelePonte e Rete8) prima di ripartire per Roma: nel pomeriggio, il segretario era atteso con Silvio all'auditorium della Conciliazione.



Federico Di Sante