Nerone, Solone e gli italiani

La politica contemporanea che riflette l'animo di un popolo che "non ubbidisce, che imbroglia" e che è "sempre sicuro di sapere" senza aver mai letto Socrate

Nerone, Solone e gli italiani

NERONE, SOLONE E GLI ITALIANI. Due signori passeggiano lungo un viale assolato. Il piu' anziano dei due si avvicina all'altro: "Chiedo scusa: lei e' Nerone?". Il romano (zucchero in bocca, veleno nel cuore) "Come fa a saperlo? Lei chi e'?". "Lei ha una certa fama nel nostro mondo... Io sono Solone". "Ah, quello della politica perfetta, a Roma lo definiamo del volemose bene. Non lo condivido per niente". "Mi spiace dirle caro Nerone che lei ha la fama di uomo cattivo, crudele. Ma io non ci credo". "Caro il mio Solone, in Italia si deve essere cosi e lo sara' per centinaia di anni. Siamo un popolo che non ubbidisce, che imbroglia, che pratica politica come un imbonitore del circo. Tante urla che finiscono nel vento". "Eppure non e' stato sempre cosi, Nerone". "Senta, Solone, fossi vivo nel 2000, darei una lezione a quel gruppetto di ciarlatani che dicono di volere bene agli italiani, di lavorare per loro e tutte queste chiacchiere. Taglierei teste con le ghigliottine dei francesi, getterei in mare gli arricchiti con il sudore del popolo". "Nerone, la politica e' quella che e', pero' non va decapitata ma affrontata con diligenza, con saggezza cercando di indirizzarla sulla strada giusta. Il guaio degli italiani e' sempre stato di essere sicuri di sapere, di conoscere. Forse perche' non hanno letto Socrate, quel genio che disse: la conoscenza esiste nel sapere che io non so niente". "Ah, siamo cosi'? Ma che dice, quel Socrate non capisce niente..."

Benny Manocchia