Melilla (SEL) ferito in Parlamento durante scontri sulle Riforme Costituzionali

Il deputato pescarese è finito in infermeria Qualche giorno fa era finito sulle cronache nazionali Tancredi (NCD) per intemperanze

Melilla (SEL) ferito in Parlamento durante scontri sulle Riforme Costituzionali

Il Governo italiano guidato da Matteo Renzi, lo statista di Rignano sull'Arno non eletto dal popolo italiano, sta marciando spedito per raggiungere quelli che sono gli obiettivi prefessati ed annunciati, un giorno sì e l'altro pure dal "cerchio magico" del politico toscano: cioè modificare la Costituzione della Repubblica (1948) per renderla più "snella"  e funzionale all'epoca che stiamo vivendo (si parla di 40 articoli della Carta Costituzionale)

Naturalemente il "clima" in Parlamento è tutt'altro che sereno. Ieri era finito sulle prime pagine dei telegionali italiani lo show del senatore teramano Tancredi (NCD), ripreso dalle telecamere mentre inveiva ed urlava contro qualcuno della maggioranza. Stanotte, poi, è toccato al deputato pescarese Gianni Melilla (Sel) finire sulle cronache perchè rimasto ferito negli scontri "notturni" nell'Aula della Camera durante la seduta fiume sulle riforme costituzionali. 

Nel frattempo che quelli si menavano (Melilla è stato ferito alla mano ed è finito in infermieria) è passato l'articolo 31 del Ddl Boschi, la norma che modifica l'articolo 117 della Costituzione e che prevede, tra l'altro, la cosiddetta "clausola di supremazia" che lo Stato può esercitare nei confronti delle Regioni "a tutela dell'unità della Repubblica e dell'interesse nazionale". 

Insomma, le Regioni (anche quelle Macro) non conteranno più nulla, non decideranno nulla riguardo al proprio territorio... e i petrolieri si fregano le mani.

Marco Le Boeuf