Me (?) Sarcastic (?) Never

Una vita qualunque in una qualsiasi città. Ci provo ad adattarmi. A reprimere quella tensione evolutiva che mi morde dentro. Ma alla fine cedo. Ho altre priorità

Me (?) Sarcastic (?) Never

UNA VITA QUALUNQUE IN UNA CITTA' QUALSIASI. Sono posseduta. Ultimamente non sono più padrona della mia mente. Un unico tarlo si è fatto breccia tra le numerose 'Grandi Muraglie' che si ergono immaginariamente intorno al mio cervello, per proteggerlo dai pensieri scomodi...quelli che rischiano di minare la precaria serenità di noi giovin donne, estremamente sensibili e riflessive, che vivono in questo Tempo strano e si sentono come una specie protetta, ma senza riserva naturale. Questo pensiero scomodo non è appoggiato da belle parole che potrebbero descriverlo concretamente, è più uno scarabocchio incazzato: si tratta di tutto quello che ruota intorno ai rapporti di oggi, al modo in cui interagiamo, alle priorità che diamo. Una qualsiasi città di provincia si presta più che bene e se - ahimè - hai la (s)fortuna di possedere un'unità operativa cerebrale che funziona 24h su 24, NO-STOP, con una sensibilità e precisione NASA mi capisci alla perfezione. T E N S I O N E E V O L U T I V A - grazie Jovanotti per avergli dato un nome- , la fame di vita che ci fa sentire come Alice quando mangia il biscotto sbagliato e rimane incastrata in una stanza normale, che tutto ad un tratto diventa piccolissima.

L'ESEMPIO PERFETTAMENTE CALZANTE. Penso che la CITTA' DI PESCARA - la mia - sia il campione statistico perfetto, perchè seppur piccola offre una gamma squisitamente variegata dei fenomeni ed epifenomeni odierni. E' un mini spaccato sociale che sa poco di realtà tranquilla, come ci si aspetterebbe in una piccola cittadina di mare. Polly Pocket-Landia era piccola ma non aveva nulla da invidiare al mondo di Barbie. Tempo fa (più giovane, più ingenua e ugualmente idealista) questi pensieri erano talmente evanescenti che potevano essere spazzati via dall apiù stupida distrazione. Erano come un'infezione latente: sai che c'è, ogni tanto appare, ma tutto sommato non ti preoccupa più di tanto. Ma adesso che nel mio zaino ci sono annetti di vita in più che al loro interno racchiudono relazioni fallimentari, esperienze, ricordi, situazioni di vita mi chiedo cosa manchi, perlomeno secondo me. E mi sono risposta. Il confronto. La possibilità di fare incontri che controvertono il tuo modo di vedere le cose e richiamano la tua voglia di metterti in discussione. Ho accennato a Pescara come la 'cavia' perfetta perchè questo microcosmo esaspera ogni dinamica, perchè siamo una 'cittadella' ma il più delle volte ci sentiamo una metropoli. La vita nelle città vere è very-strong ma la pillola è indorata dalla sua vastità territoriale, così come umana. Qui, da noi, oltre che essere davvero pochi ci conosciamo tutti.

ESISTE UN CONNUBIO PEGGIORE? Non hai scampo dalla vita degli altri. In questo naturalmente, Facebook, è arrivato come la peste dopo la carestia. Volendo, anche se non vuoi farti gli affari degli altri, c'è qualcuno talmente premuroso che ti informa, per non venir meno alla propria deontologia di pescarese. Naturalmente, l'oggetto della discussione è sempre quello/a che fa qualcosa di apparentemente diverso e senza senso. Mi chiedo perchè non si dica mai di qualche cazzone, che è veramente un cazzone. Poco male, sono tutti "bravi ragazzi". L'importante è non distinguersi assolutamente dalla massa. Come può accadere di crescere, se tutti qui seguiamo un copione che muta di anno in anno solo per le scene. E' indiscusso che lo stimolo deve partire da noi, che va incubato e coltivato personalmente, ma di sicuro per la nascita di un fiore contribuisce anche il tipo di terriccio scelto. Facciamo tutti le stesse cose, pensiamo tutti le stesse cose, chi dall'inizio o chi finisce per farlo per spirito d'adattamento e voglia a tutti i costi di integrarsi (WTF!). L'ho fatto anche io. Mi sono costretta nei panni di quella che non era così 'fuoriposto' come si percepiva. Queste mie parole potrebbero quindi tuonare come quelle di una povera sociopatica respinta dalla cosiddetta "Pescara Bene" e che inveisce da dietro uno schermo. Ma non è affatto così. Non sto puntando il famoso dito contro,sto solo dando voce alla noia, che certi giorni, questa città porta con sè. Da brava idealista ancora (quasi) del tutto convinta credo solo che non tutti noi'ragazzi di mezzo'dovremmo soffocare la voglia di qualcos'altro. Pensiamola così: è come se passassimo la vita ad accoppiarci e non a fare l'amore. Passereste la vita a scopare 'alla missionaria'? Sinceramente, non credo. 

U.S.C.