Maltempo: quanta ipocrisia sui danni agli stabilimenti balneari

Dopo gli ennesimi (sciocchi) piagnistei, la prossima frontiera è farci arrivare il mare direttamente in salotto, così almeno saremo tutti più contenti

Maltempo: quanta ipocrisia sui danni agli stabilimenti balneari

AVETE ROTTO. "Aiuto aiuto, il mare ha flagellato gli stabilimenti, i danni sono incalcolabili". La frase, come scrive su FB un noto giornalista abruzzese, è in corsa per il titolo di cazzata dell'anno. La vera notizia, semmai, è un'altra: in Abruzzo hanno costruito stabilimenti balneari che cancellano la vista mare e arrivano fin dove c'è mezzo metro d'acqua quando piove. E siccome da queste parti piace cementificare a più non posso, quando poi la natura si ribella c'è ben poco da lamentarsi. In sostanza, miei cari, ve la siete cercata.

LE DISPERATE RICHIESTE D'AIUTO. E così, mentre ad esempio il Comune di Pescara ha appena fatto sapere che la due giorni di maltempo comporterà qualcosa come 70.000 euro di interventi, non possono ovviamente mancare le "disperate" richieste di aiuto alla categoria, che è come sempre "in ginocchio" ma - è giusto ricordarlo - su 12 mesi all'anno dà lavoro al massimo per 5 mesi (quindi neanche la metà).

NON SI ABBOTTANO PROPRIO MAI. Ai balneatori, però, con il sindacato Sib in testa, tutto ciò non interessa: l'importante è chiedere. "E fai il ripascimento di qua, e rimetti di là, riapri pure il bando da 14 milioni di euro mentre me ne prometti altri 6,2"... ma dai! Come dice qualcuno, "non v'abbottate mai". Intanto ci adopereremo per farci arrivare il mare direttamente nel salotto, visto che ormai gli stabilimenti sorgono dentro l'Adriatico. Così, almeno, sarete tutti più contenti. Quanta ipocrisia: è solo l'uomo a fare i danni, non la natura. Questo, i balneatori, l'hanno capito?

Nicola Chiavetta