Città del (non) studio

Pescara e Teramo divise dal "Campanile" ma simili sull'inadeguatezza dei servizi agli universitari

Città del (non) studio
MAL COMUNE, MEZZO GAUDIO. Pescara e Teramo saranno magari divise da campanili dovuti alla spending review, ma sicuramente sono accomunate - almeno allo stato attuale - da una cosa: la mancanza di una casa dello studente. Andiamo a Teramo e vediamo cosa è successo questa mattina: un gruppo di studenti universitari dell'Udu e del Collettivo Studentesco Stella Rossa ha occupato il tetto dell'incompiuta casa dello studente dell'Universita'. Gli studenti protestano per i ritardi nella costruzione della struttura, che trova vicino alla mensa dello studente, per l'aumento dei costi e il disservizio dei trasporti pubblici dedicati agli universitari e per il mancato sostegno alle borse di studio a fronte dell'aumento delle tasse universitarie.

COSA SUCCEDE A PESCARA? Quello della mancata realizzazione della casa dello studente è, come detto, un problema che attanaglia anche Pescara: da anni se ne parla, e lo scorso maggio si è tenuto in città un sit in per sollecitare l'avvio dei lavori. Finora, tuttavia, questa richiesta non ha avuto un seguito concreto. «Pescara - avevano dichiarato nell'occasione i promotori del sit in - conta circa 13mila studenti fuori sede, e per questi 13mila studenti purtroppo non esistono servizi all'altezza, a partire dalla mancata agevolazione dei costi d'affitto di stanze e appartamenti, necessari per coloro che frequentano il nostro ateneo e vivono la nostra città». Il primo a parlare di una casa dello studente fu, diverso tempo fa, il consigliere comunale di Sel Giovanni Di Iacovo. All'epoca sembrava un visionario, e invece ha avuto ragione. Negli ultimi tempi, anche un'associazione giovanile piuttosto nota come la So.Ha ha preso a cuore questo problema, e qualcosa - timidamente - sta iniziando a muoversi. O forse no, ma almeno ci si prova. Che è la cosa più importante.
 
Federico Di Sante