Maggitti querela "Le Iene" per la vicenda della multa al Questore

La storia è arcinota: l'auto di Passamonti venne rimossa nel 2011 in sosta vietata. Il mezzo gli fu restituito e la multa cancellata

Maggitti querela "Le Iene" per la vicenda della multa al Questore

IL COMANDANTE DEI VIGLI QUERELA "LE IENE". Il comandante dei vigili urbani di Pescara Carlo Maggitti ha presentato una querela per diffamazione a mezzo stampa nei confronti degli autori della trasmissione televisiva "Le Iene" in onda su Italia Uno. La vicenda, manco a dirlo, è quella arcinota dell’auto del questore di Pescara Paolo Passamonti, rimossa nel 2011 perchè in divieto di sosta e restituita senza il pagamento della multa. Il primo ad occuparsi del caso fu un giornalista del quotidiano, che non esce più in Abruzzo, Il Tempo Marco Patricelli, il quale venne querelato dallo stasso Passamonti insieme al direttore del giornale. Nei guai è finito anche Angelo Volpe, agente della polizia municipale, processato davanti al Tribunale di Pescara per violazione segreto d'ufficio. Altri tre colleghi di Volpe sono attualmente sotto procedimento disciplinare per avere rilasciato interviste e rischiano la sospensione dall'attività lavorativa.

LA DENUNCIA DI OSSIGENO PER L'INFORMAZIONE. Il servizio delle Iene contiene un’intervista di Matteo Viviani al comandante  Maggitti. L’intervistatore gli chiede di dire come andarono le cose l’8 dicembre 2011, quando l’auto del questore fu multata e rimossa per divieto di sosta e poi fu restituita al proprietario senza il pagamento della multa per la contravvenzione al Codice della Strada. Commentando la ricostruzione del comandante, il quale ha negato di avere avuto un ruolo nella vicenda,Viviani esclama “Bugia!” e ricorda che in proposito uno dei vigili, il maggiore Sergio Petrogolo, ha dichiarato che gli furono date disposizioni dallo stesso comandante. Maggitti ha querelato Viviani accusandolo di aver fatto una ricostruzione falsa dei fatti. Sulla multa, che non risulta nel registro delle rimozioni e di cui non risulta il pagamento, fu avviata un’inchiesta, poi archiviata a dicembre 2014 per l’impossibilità di identificare i responsabili.
INTERROGAZIONI PARLAMENTARI. La vicenda è finita addirittura in parlamento con due interrogazioni parlamentari distinte presentate dal MoVimento 5 Stelle e dal Nuovo Centro Destra, i quali chiedono al Ministro Angelino Alfano di spazzare le "ombre" del caso. Intanto, mentre verranno accertate responsabilità e responsabili, è chiaro le che azioni legali nei confronti dei giornalisti, che svolgono il sacrosanto diritto di informare i cittadini, viene costantemente minato e intimidito dalla struttura del reato di diffamazione a mezzo stampa. Serve una modifica del dispositivo legislatico, così come auspicato dai sindacati e dall'ordine professionale, altrimenti la tanto invocata libertà di espressione resterà lettera morta oltre che l'ennesima grande ipocrisia di questo paese, precipitato al 74esimo posto nel mondo (Fonte Reportes Sens Frontieres)
Redazione Independent